Cronaca locale

Video e installazioni provocatorie nelle sale della residenza ottocentesca

Sono in pochi a conoscere questo museo della città anche se si trova in via Sant'Andrea al n. 6, nel cuore di Milano (nel quadrilatero della moda, Via Montenapoleone) la sua facciata settecentesca ben si inserisce con le altre facciate, solo che al suo interno, si scoprono tesori inestimabili a partire dall'antico portico e cortile rinascimentale fino ai suoi spazi museali oggi riordinati per meglio adattarsi alle nuove funzioni che gli sono state imposte da una scelta intelligente delle amministrazioni comunali e dai curatori di parecchie donazioni.

Nelle scorse settimane, in occasione di Expo in città, si è inaugurata la mostra «Fashion as social energy» che si potrà visitare fino al 30 agosto negli spazi espositivi allestiti appositamente a piano terra, è doveroso raccontare la storia di Palazzo Morando di cui è direttore e sovrintendente Claudio Salsi; una sorta di rivoluzione per un museo nato nel 1800 ma che affonda le sue radici nel 1700 in quanto sede abitativa di famiglie nobili milanesi che si sono succedute nel tempo fino alla Contessa Lylia Caprara Morando che nel 1945 donò la proprietà al Comune di Milano. Nel 1958, Paolo Arrigoni mette in luce i suoi tesori e Palazzo Morando lo si arricchisce di opere. Poi avviene anche il lascito di Attendolo Bolognini a colmare questo luogo e nel 2004 un'importante campagna di restauro mette in luce anche il bel «solottino dorato» tanto amato dalla Contessa.

Ma la storia continua ed eccoci a oggi con questi nuovi spazi pensati per Expo. La mostra «Fashion as social energy» organizzata dal Comune settore Cultura, Servizio Musei Storici e da Connecting Culture, con il patrocinio della Camera Nazionale della Moda in partnership con Ermenegildo Zegna, è curata da Gabi Scardi e mette a fuoco il rapporto tra moda e cultura. Identità, sensibilità, linguaggi, etica ed estetica in forte cambiamento per uno straordinario quanto pioneristico percorso di opere, installazioni, video, realizzati da 14 artisti italiani e stranieri fra i quali: Michelangelo Pistoletto, Mella Jaarsma, Maria Papadimitriou, Lucy+Jorge Orta, Claudia Losi, Marzia Migliora, Luigi Coppola, Wurmkos e Bassa Sartoria, Ra Di Martino e Katerina Seda.

In mostra l'evoluzione dei materiali, quella tecnologica, la fragilità delle identità personali, le contaminazioni dei vari Paesi del mondo.

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