Via alla Vigorelli-Ghisallo Bettini tira il gruppo: «C'è tutta la mia storia»

Sarà il Grillo a tenere a battesimo la pedalata «Così uniamo due monumenti del ciclismo»

Antonio Ruzzo

«Due monumenti del ciclismo come il Vigorelli e il Ghisallo che domenica 28 ottobre uniremo pedalando... Io conosco meglio il Ghisallo per motivi legati alla mia carriera ma, anche se non ho mai avuto la fortuna di pedalarci, sono affascinato dalla storia del Vigorelli, un monumento che è tornato a vivere e ora va protetto. Spero tra due domeniche di poterci fare almeno un giro, per me sarà un onore...».

Paolo Bettini la maglia olimpica e quella di campione del mondo le ha cucite nell'anima. Sta sullo sgabello dell'Upcycle cafè di via Ampere e sembra si stia preparando per uno scatto, un allungo da finisseur di quelli che gli hanno permesso di scrivere la storia di uno sport in cui ha certamente lasciato il segno. Però parla della sua vita ciclistica come se fosse quella di un normalissimo amatore e annuncia che domenica 28 ottobre, nel giorno dell'84° compleanno del Velodromo Vigorelli, pedalerà verso il Museo del Ghisallo nella 4 edizione della Vigorelli-Ghisallo, la pedalata aperta a tutti che in questi anni sta raccogliendo sempre più appassionati. «È una sfida non agonistica a cui possono partecipare tutti, amatori, famiglie e anche quelli più allenati se però vanno piano - spiega subito il Grillo - E la parola non agonistica più passano gli anni più mi piace.

Da quando non gareggio più ho riscoperto la bicicletta come il mezzo incredibile che è, che ti permette di divertirti, di muoverti, di star bene. Torno in questi giorni da Amsterdam e io nel Nord ci sono stato sempre per le gare, ho sempre corso le classiche da quelle parti. Ora ho imparato ad apprezzare che un città si può girare in bici per conoscerla, per guardarsi intorno. Da quelle parti in bici si fa cultura...». Da noi si sta cominciando e la Vigorelli-Ghisallo è un piccola tessera nella costruzione di quel mosaico che vede la bici al centro. Il Ghisallo è la salita di tutti quelli che pedalano. Perché in cima c'è una chiesetta che è diventata un simbolo e perché il Museo è la metà perfetta per chi ama la bici. Il tratto più duro è all'inizio, un paio di chilometri tosti fino Mulini del Perlo.

Talmente duri che il resto sembra una passeggiata anche se le pendenze sfiorano il 10 per cento. Il Vigorelli è il Vigorelli e non ha bisogno di presentazioni anche perché la «magica pista» è tornata a splendere e ora ci si può pedalare. Logico quindi come dice Bettini tenerli insieme pedalando. La quarta edizione della Vigorelli-Ghisallo sono due percorsi da 70 e 90 chilometri a seconda della voglia di fatica che uno ha. Settanta o Novanta chilometri tra le colline brianzole per arrivare fin sulle porte di un Museo che in dodici anni è diventato lo scrigno di una storia che continua, dove si sarà offerto il pranzo ai partecipanti e dove si potrà visitare la mostra dedicata a Paolo Bettini che ripercorre tutta la sua storia.

Bettini che proprio passando dal Ghisallo ha conquistato per due volte il Giro di Lombardia, due perle di una carriera ricca di trionfi: un oro olimpico, due maglie iridate, due Liegi-Bastogne-Liegi, una Milano-Sanremo: «Io il Ghisallo me lo ricordo ancora quando il museo non c'era e c'era solo la chiesetta - ricorda - Ci andavano in

pellegrinaggio per donare una maglia, un ricordo, qualsiasi cosa. La mostra su di me al Museo? C'è tutta la mia vita lì. Quando ho visto il furgone con tutte le mie cose dentro che usciva dal portone di casa mi è venuto il magone...».

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