Vincitori e bolliti

Per settimane ci hanno afflitto con le loro promesse, i comunicati stampa e quegli odiosissimi sms che squillano a qualsiasi ora del giorno e della notte per ricordarci di dare loro il voto. Ad alcuni è andata bene, ad altri male, ma a tutti ora vorremmo assegnare almeno una pena del contrappasso. E allora, anche se «nolite iudicare, ut non iudicemini» (non giudicate, per non essere giudicati) dice Gesù nel Discorso della montagna (Matteo 7, 2 e poco diversamente in Luca 6, 37), adesso i politici si beccano questa bella paginata di pagelle, con tanto di promossi e bocciati. Anzi, rimandati perché sappiamo che i vizio principale della politica è la scarsa propensione ad abbandonare la posizione conquistata, anche in caso di sconfitta.

Perché l'importante è sempre e comunque partecipare, prima o poi in questa Italia sempre più patria del trasformismo, un seggio a Montecitorio o Palazzo Madama salta fuori.

P.s.: inutile chiamare per ringraziamenti o maledizioni, i telefoni della redazione oggi sono staccati tutto il giorno.

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