Cronaca locale

Una vita di "intuizioni" che raccontano il Paese

A 88 anni il professore rivive il suo viaggio tra storia, politica, cultura. Tanti gli ospiti celebri

Una vita di "intuizioni" che raccontano il Paese

Nel 1973, l'anno della crisi energetica, mentre l'Italia se ne andava in giro a piedi per l'improvviso rialzo del prezzo del petrolio imposto dai Paesi arabi, «quando tutti vedevano sceicchi e odalische», Francesco Alberoni intuiva il desiderio dell'Islam di ricostituire l'impero perduto. Così anche alla fine del secondo millennio, durante le sue puntate da studioso negli Stati Uniti: «I miei colleghi americani invece hanno dovuto aspettare la caduta delle Torri». Negli anni Ottanta, alla Varesine, quando gli occhi dei concittadini si fermavano sulle giostre, il luna park, la ferrovia, lui proprio lì immaginava la nascita della Milano verticale.

Sono le intuizioni che a 88 anni rivendica con più verve, il sociologo che ha raccontato al Paese «i movimenti collettivi e i processi amorosi». E non solo quelli, se è vero che la sua biografia-autobiografia scritta con Rosantonietta Scramaglia, è un tomo di quasi 600 pagine (edizioni Leima) in cui si parla di storia, imprese, politica, morale, cinema, Rai, moda. Ma guai anche solo a guardarlo come un tuttologo. È pronto a graffiare: «Io parlo solo di ciò di cui sono esperto e tutto ciò che ho previsto l'ho dedotto dalla teoria». Metodo scientifico, sostiene.

Nel salone della Società Umanitaria, per l'omaggio alla sua carriera, prendono la parola tanti personaggi, come la cantante e oggi trend setter Jo Squillo («ritagliavo ogni lunedì il suo articolo») e l'atleta paralimpica Giusy Versace («le sue opere sono da portare nelle scuole per ridare ottimismo ai ragazzi), Gisella Borioli col marito Fabio Lucchini, che hanno inventato un pezzo di editoria e moda milanese («e Alberoni ce la spiegava»). E ancora.

Ognuno ha il suo pezzo di Alberoni da raccontare durante questa festa che è la prima presentazione ufficiale della biografia. I presenti gli restituiscono flashback di vita in cui grazie a lui hanno conquistato la fidanzata (Alessandro Sallusti, direttore del Giornale), hanno ricevuto un garbato no a una candidatura (Ignazio La Russa), si sono lasciati accompagnare nella scoperta del made in Italy (Silvana Giacobini).

A stupire di più chi conosce meno il professore è il tributo del mondo imprenditoriale, la sua collaborazione con tante aziende che hanno costruito la storia del Paese. Alberoni racconta il suo giro per l'Italia, da Sud a Nord, per dire alla Bassetti che sì, era arrivato il momento di abbandonare il corredo bianco e lanciarsi tra i ricami colorati. Più di recente, non si è preoccupato di abbinare il proprio nome alla piccante Yamamay, a costo di critiche e censure. C'è anche molto Mulino Bianco. Luca Barilla: «Da ragazzino partecipavo alle riunioni con papà e il professore sui temi della comunicazione. Mi ricordo che, quando gli offrivano il materiale, rimaneva in silenzio due minuti e poi rimanevano tutti colpiti dalla luminosità delle sue idee. Se la Barilla ha potuto crescere a un ritmo sorprendente, lo si deve anche al professore».

E mentre lui, Alberoni, si rigira tra le mani il libro «Modeling Love Dynamics», pieno di formule matematiche e ispirato anche alle sue teorie, sfilano le slides su di lui. Tra Vittorio Sgarbi, Katia Ricciarelli, Giancarlo Giannini, Vittorio Feltri, Pupi Avati, ce n'è una con Margherita Hack: «Non tradisce mai il suo unico e vero amore: l'uomo».

È lei la stella da lasciar brillare.

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