Il milionario benefattore porta i poveri al ristorante

«Tanti auguri a te!». Un coro di ottanta senzatetto intonano oggi la canzone al ristorante «Unico», sopra un grattacielo, per il compleanno di un signore di 72 anni insieme con la sua signora e i due figli quarantenni. Potremmo chiamarlo il «buon Innominato» - giustamente pretende l'anonimia - che per festeggiare ha chiesto a Mario Furlan, presidente dei City Angels, e ad Atm una collaborazione per far viaggiare sul bus «Casa degli Angeli» una «famiglia» di clochard, che si incontrerà poco prima del mezzogiorno alla stazione Qt8 del metrò per andare verso un banchetto fiabesco, offerto dal festeggiato.
Il «buon Innominato» conosce Furlan a Natale grazie a monsignor Franco Buzzi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana. Marchigiano d'origine, a Milano l'uomo fa fortuna, senza mai scordare che il denaro non è il fine della vita, bensì il mezzo che porta alla felicità se condiviso con coloro che non hanno mezzi. «Vorrei che i senzatetto partecipassero alla gioia del mio compleanno come se fossero i miei migliori amici»: il desiderio di una persona che non compie questo gesto come eccezione che conferma l'indifferenza quotidiana verso il prossimo, ovvero come un atto di prodigalità farisaico in un deserto di egoismo. Da bimbi queste decisioni si chiamavano «fioretti», le semplici e buone azioni che alla fine del giorno compensavano i cattivi comportamenti. «Dentro di noi c'è una parte di diavolo, ma soprattutto una grande luce d'angelo» pensa il neosettantaduenne. Chi lo conosce racconta che è un uomo «spirituale» benché non sia cattolico. Ha esultato all'elezione di papa Francesco e più di lui uno dei due figli, che si sta avvicinando alla fede grazie a monsignor Buzzi.
Il bus «Casa degli Angeli», che nello scorso inverno ha dato conforto ai clochard aiutati dai volontari dei «City Angels», non viaggia dal 29 marzo. Oggi compirà un cammino unico, portando una ricca famiglia meneghina e ottanta uomini e donne che di ricco hanno solo il dono della vita, uguale per tutti. Un profumo d'angeli transiterà per la città, felici solo di apprendere che la vita è un viaggio verso un banchetto che in altri termini si chiama altare, dove si compie il miracolo di un pane e di un vino senza prezzo, senza denaro, solo corpo e sangue dell'umanità.
A proposito di miracolo. Per celebrare il 20 aprile con i suoi «fratelli», il «buon Innominato» farà proiettare un film al ristorante. Una pellicola che rende questa città eterna come questo giorno. «Miracolo a Milano».

Per una volta il cinema non sarà solo figura; nella civiltà dell'immagine c'è almeno un uomo che trasforma i miracoli in realtà. Non conosciamo il suo nome. Non importa. Lui non è un «primo» tra gli ultimi. Ma l'ultimo tra noi che festeggia un compleanno.

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