Cultura e Spettacoli

Milly balla con le stelle: «Spero nel terzo boom»

Paolo Scotti

da Roma

Tutto bene, anzi benissimo. Anche troppo. Sembrerà strano; ma l'unica vera novità di Ballando con le stelle - al via con la terza edizione da sabato, per la Lotteria Italia - è proprio questa. È un programma di troppo successo. Un’occhiata alle cifre (ascolto medio 32,9 per cento di share; vittoria su tutte le 23 puntate in due stagioni), nonchè all’espressione concentrata del viso della Carlucci, conferma il paradosso. Dietro al garbo compiaciuto di sempre trapela l’ansia perfezionista di Milly. «Il primo avversario del nostro programma siamo noi stessi - sintetizza lei - Ballando ha avuto un riscontro tale da diventare un fenomeno di costume. Ha rilanciato la danza sportiva, aumentandone gli iscritti, la popolarità trasversale, l’apertura di nuove sale». Morale: «Ora i telespettatori si aspettano molto, molto di più. E noi ci sentiamo come la squadra che ha vinto il campionato: tutti pretendono che sia ancora la migliore».
Come migliorare, però, uno show che sembra già perfetto? «Un successo si ritocca malvolentieri - conferma il coautore, Massimo Romeo Piparo -. Ma qualche modifica, per sorprendere ancora i nostri fan, ci voleva». Ecco allora la nuova scenografia: non più la sala a palchetti, tutta stucchi e velluti, ma una sala «ispirata a quella del Gattopardo: marmi, specchi, scaloni scintillanti». Poi una giuria completamente rinnovata (ma ancora segreta: presidente, per la prima puntata, dovrebbe esserne ancora Roberto Bolle). Quindi la possibilità che anche i bambini della gara collaterale siano squalificati («come mamma so che è più importante educare alla sconfitta che alla vittoria», commenta Milly). Infine l’abbassamento dell’età dei ballerini. «Per predisposizione naturale i giovani sono favoriti. Non volevamo creare leader scontati». Già. Perché, la chiave dello show danzerino sta tutta qui. Nella scelta del cast. E la composizione degli abbinamenti maestro-allievo è il capolavoro di Ballando numero tre: oculata e furba quanto basta. Esempi: l’aitante Rosolino e la scultorea Titova. Al settore comico appartengono Biagio Izzo e Rodolfo Laganà, mentre per intenerire nonne e zie perfetti saranno i teeenager Pinto e Gaudino. Quanto al resto. cosa spinge delle celebrità a rischiare faccia e reputazione? Orietta Berti: «Dopo aver spinto intere generazioni a ballare voglio provare a farlo io». Fiona May: «M’avevano detto che sarebbe stata dura, ma i miei allenamenti per l’atletica durano molto di più». Rosolino: «Da tempo la tv mi corteggiava.

Ho scelto la Carlucci perché è l’unica che mi consenta di continuare a nuotare».

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