Cultura e Spettacoli

Milly Carlucci: «A 55 anni ballo più veloce che mai»

La conduttrice fa il botto con il suo show, ma critica la legge spietata della Tv che porta Scotti a copiare la Clerici ed andare in onda prima

Milly Carlucci: «A 55 anni ballo più veloce che mai»

Lei a Natale non ha mangiato neppure un pezzetto di panettone. Non doveva certo arrivare la notizia che la Bbc ha lasciato a casa le sue star cinquantenni e sessantenni (e la polemica planetaria che ne è seguita) per ricordarle per le donne mature in video faticano a mantenere il posto a favore di ragazze più giovani e squittenti. Cibo sano, palestra a tanto lavoro sono la ricetta che la mantiene giovane e in forma e sa bene che «seppure sia una legge spietata, si sa che in Tv vale la logica di mercato e quindi ci dobbiamo adeguare: io cerco di mantenermi in forma senza però dimenticare di far valere l’esperienza».
Insomma Milly Carlucci, 55 anni, da sabato scorso è tornata alla guida (per la sesta edizione) di Ballando con le stelle che, ancora una volta, ha esordito alla grande (quasi il trenta per cento di share) battendo lo show con i bambini canterini di Gerry Scotti nonostante gli sforzi di Canale 5 per mettere in piedi uno spettacolo brillante. Dunque, lunga carriera alle cinquantenni che riescono a dimostrare che show eleganti e riscontri di ascolto (e quindi esigenze di incasso) possono convivere. «Nel programma inglese corrispettivo del nostro (Strictly come dancing) - fa notare Milly - hanno deciso di mandare a casa la coreografa Arlene, di 66 anni, per sostituirla con una giovane di trent’anni. Secondo me con questa scelta il programma ci ha perso perché Arlene aveva una grande esperienza che la sua sostituta non può avere». In compenso il conduttore maschio ha 81 anni e nessuno pensa di mandarlo in pensione. «Vero, questo non vuol dire che in Tv non dobbiamo accogliere le giovani, perché portano linfa vitale e poi la loro concorrenza ci costringe a essere sempre attive». Insomma spazio per tutte, tanto ormai per i conduttori giovani maschi sono chiuse le porte.
Intanto lei si prepara alla puntata di domani, un lavoro massacrante di prove, allenamenti e palestra per le dodici coppie in gara. (E a chi ha fatto notare sui giornali che Ron Moss, il bel Ridge di Beautiful fosse troppo rigido ricorda che quel passo che ballava, il quick step, prevede proprio quel portamento). Lei, comunque aspetta a gioire dei risultati perché la sfida del sabato sera è ancora lunga. «Lo show di Gerry ha una grande scenografia e mi sembra un ottimo spettacolo. Infatti quel che mi dispiace è che, per ragioni strategiche, vengano programmate la stessa sera due trasmissioni che vanno a pescare nello stesso pubblico, quello familiare. Così succede che alla fine, al di là della qualità dei programmi, qualcuno deve soccombere. Una volta, invece, le serate venivano combinate in modo che non si ci facesse del male a vicenda». Certo, soprattutto se il programma messo in onda dalla concorrenza è molto simile a uno già trasmesso da Raiuno: Io canto - ha detto lo stesso Gerry Scotti per tagliare la testa alle critiche «non è la copia, ma la fotocopia di Ti lascio una canzone», lo show guidato in primavera da Antonella Clerici. «Una battaglia spietata che porta a strategie come questa di anticipare la concorrenza con un programma uguale e cercare così di conquistare pubblico, ma che fa male a tutta la Tv». Una lotta in cui vengono coinvolti i bambini: a vederli così bravi e disciplinati sembrano degli adulti in miniatura. «Però non penso che nel caso di Ballando con le stelline (il concorso dentro lo show del sabato che vede piccoli famosi imparare a ballare) e dei programmi con i piccoli cantanti si possa parlare di sfruttamento. Anche perché chiunque pratichi sport come danza, pattinaggio e voglia cimentarsi con la musica sa che bisogna cominciare quando si hanno pochi anni. E comunque se al bambino non vengono richiesti atteggiamenti da adulto, non mi sembra ci siano problemi. Altrimenti non ci sarebbero neppure capolavori come quello di Charlie Chaplin, Tempi moderni». Però la Milly nazionale non ci sta a essere incensata troppo e quando le si ricorda di essere assurta a esempio di spettacolo elegante contro altri programmi addidati come trash e rissosi (recente l’accusa di Lorella Cuccarini sulle pagine di Chi nei confronti di Domenica Cinque di Barbara D’urso) ricorda che «la Tv rispecchia la società e fa da amplificatore dei sentimenti che ci sono in giro e non si può dunque chiedere a un singolo produttore o conduttore o canale televisivo di fare la prima mossa, o ci si mette tutti insieme e si aderisce a un codice etico condiviso, oppure le critiche sono fini a se stesse». Infine un pensiero va ad Antonella Clerici, che si appresta ad affrontare la grande sfida di Sanremo, una delle poche donne cui è stato affidato questo difficile compito. «A lei va tutto il mio appoggio e la mia solidarietà: è una donna coraggiosa, preparata e capace che è riuscita a mantenere la tenerezza e la dolcezza femminile, mettendo al mondo una bambina a quarantacinque anni, tenendosi un compagno più giovane di lei a dispetto di tutte le critiche maliziose senza rinunciare alla carriera.

Spero proprio che faccia il botto».

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