Omar Sherif H. Rida
Aveva previsto tutto, Oriana Fallaci. Nellintroduzione de «La Forza della Ragione», ricordando le minacce e gli attacchi ricevuti dopo «La rabbia e lorgoglio», si era identificata in quel Mastro Cecco che a causa di un libro nel 1328 venne bruciato vivo dallInquisizione. Lo stesso rogo che sette secoli dopo avrebbero preparato per lei, Oriana-Mastra Cecca, «eretica irriducibile». E ieri, a quattro giorni dalla scomparsa della scrittrice e giornalista fiorentina, qualche piccolo rogo, puntualmente, è arrivato. A Firenze i consiglieri comunali della Cdl sono usciti dallaula per protesta contro la maggioranza di centrosinistra, che non aveva firmato lordine del giorno per intitolare una via o una piazza alla concittadina. Anche a Roma - dove Michele Baldi (Fi) ha chiesto un consiglio straordinario - qualcuno è uscito dallaula Giulio Cesare prima del minuto di silenzio per ricordare la Fallaci. Il momento cioè, che solitamente unisce nel ricordo di chi non cè più (a prescindere da idee e appartenenze): si tratta di Adriana Spera e e Alessandro Portelli (Prc) e di Fabio Nobile (Pdci). «Pur esprimendo - hanno spiegato i due gruppi - tutto il cordoglio per la perdita di una persona che ha avuto una presenza significativa nel panorama intellettuale di questi anni, non condividiamo le valutazioni della sua opera e le sue posizioni retrive sullIslamismo degli ultimi anni». «Il ruolo dellintellettuale - ha aggiunto la Spera - è quello di far crescere la gente. Specie in un momento in cui occorre promuovere il dialogo tra le culture e non alimentare lodio. La Fallaci ha condotto una guerra di religione».
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