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"Mio fratello sbaglia: deve lasciar vivere Elu"

La sorella di Beppino: "Quando gli ho detto ciò che pensavo mi ha buttato giù il telefono. E da allora non mi parla più"

"Mio fratello sbaglia: deve lasciar vivere Elu"

Sutrio (Udine) - «Non è il caso di tirar su il riscaldamento. Ci sono quattro gradi, fuori. Si sta bene, oggi».
Sorride, facendo finta di non accorgersi che sto battendo i denti, nel suo tinello-freezer, Gemma Englaro. Questione di pochi secondi. Poi, quasi si fosse pentita di quel sorriso, l’unico che si concederà durante la nostra conversazione, prende a fissare la fotografia di Elu, che ha sistemato sopra la credenza, proprio accanto alla Madonnina di Lourdes. C’è la neve, fuori. Montagne di neve che cingono d’assedio questa casa gialla di tre piani, con le tendine merlettate. Una sorta di Fortezza Bastiani nel deserto bianco. In fondo a un budello che è l’appendice di un’appendice: Priola frazione di Sutrio. Carnia. Quella Carnia che ti costringe a far galleggiare le emozioni dentro nuvole basse presagio d’incertezza. Vive sola, Gemma, 77 anni, la zia di Eluana.

Il marito Attivo, «Sì, Attivo Moro, Attivo, ha capito bene, un nome indovinato perché non stava mai fermo. Come l’Eluana quando veniva qui in vacanza», l'ha lasciata dodici anni fa. «E da allora ho imparato a ragionare fra me e me. A guardare il mondo con i miei occhi, nella mia solitudine. Perché mia figlia, Anna Rita, ha la sua famiglia, i suoi figli cui badare, giù in Friuli. Sa cosa le dico? Che se non ci fosse stato mio fratello Beppino a darmi la forza di andare avanti, a farmi coraggio forse mi sarei lasciata andare anch’io. Poi con la disgrazia di Eluana è cambiato tutto».

Tutto cosa, signora Gemma?
«Quella frase. Gli ho detto: Beppino stai sbagliando. Tu non stai facendo la felicità di Eluana. Lasciala stare, lasciala vivere. Che cosa ne sai tu di quello che può succedere un domani. Ci sono i miracoli. E se non ci credi ai miracoli, se ti hanno detto di non credere, c’è sempre la medicina, la scienza. Fanno progressi gli scienziati. Lasciala vivere l’Eluana. Perché Dio te l’ha data e solo Dio te la può togliere. Non devi permettere che la facciano morire».

E Beppino che cosa le ha risposto?
«Che io non capivo, non potevo capire. Se la pensi così, mi ha detto, vuol dire che Eluana non la conosci, non l’hai mai conosciuta. Sei tu che, con questi consigli, con queste tue idee, la tradisci. Non io. Tu non stai dalla mia parte: allora fai una cosa. Non chiamarmi più, non cercarmi più. Così, mi ha detto. Poi mi ha buttato giù il telefono. E io adesso ho paura persino a mandarlo a salutare».

Ma la casa di Beppino, a Paluzza, sta a due chilometri. Tutte le volte che è tornato in Carnia…
«Macché. È come se non fossimo più neanche fratelli. Eppure gli ho fatto un po’ da mamma a Beppino, ha nove anni meno di me, quando eravamo ragazzini era sempre lì a far domande e a confidarsi. Poi è stato in giro all’estero per lavoro. E il suo dispiacere è sempre stato quello che non poteva stare con Eluana. Me lo ripeteva sempre. Adesso invece non ci sentiamo più. Sarà un anno che non si fa sentire. Nemmeno per dirci due parole a Natale. Non dico auguri, perché capisco che nel suo cuore c’è troppo dolore, ma almeno due parole. Forse avrei dovuto stare zitta, ma io non mi sono mai pentita di quello che gli ho detto per Eluana. Glielo direi ancora adesso. Perché è quello che penso quando sono qui in tinello e alzo gli occhi verso quella foto della Elu».

Andrà a Udine a trovare Eluana, alla «Quiete»?
«Mi piacerebbe. Vorrei tanto accarezzarla. Ma mi hanno detto che ci vuole il permesso scritto. E se è così Beppino non lo firmerà mai quel permesso. Eluana è sua figlia certo, ma da un po’, da quando anche sua moglie poveretta si è ammalata, Eluana è diventata una cosa sua, solo sua. Non so se capisce cosa voglio dire… ».

Mezza Italia che protesta. Che vuole, come lei, che Eluana continui a vivere. Come finirà, secondo lei?
«Io non lo so come finirà. Non ci voglio nemmeno pensare alla fine di questa brutta storia. So solo che quando Eluana morirà, anche Beppino avrà finito di vivere. E sarà terribile. Perché se la faranno morire di fame e di sete, mio fratello dovrà fare i conti con la sua coscienza. Io sono convinta che adesso che è tutto preso con le sue battaglie legali lui non se renda conto. Ma poi, quando resterà solo e non avrà più nemmeno Eluana da guardare, come farà a vivere? Ecco, anche questo vorrei dirgli ancora, se accettasse di parlarmi per qualche minuto. Come facevamo da bambini quando ci dicevamo tutto... ».

Eluana veniva qui in vacanza tutte le estati, che cosa si ricorda di lei?
«Che non si riusciva a starle dietro. Saltava, ballava. Fino a quando ha compiuto i 14 anni è sempre venuta qui. Non voleva rinunciare alle sue corse nei prati. E alla polenta col frico. Se le dicevo, per scherzo, che non gliela avevo preparata si arrabbiava. Ma poi tornava subito a sorridere. Ecco, il suo sorriso, mi ricordo. Quel sorriso là, nella foto vicino alla Madonnina di Lourdes».
È

buio fuori, ormai. E fa ancora più freddo. E dalle nuvole basse spunta solo il campanile della chiesetta dell’Immacolata. Don Giorgio, che si inerpica, ogni giorno, tra Sutrio, Priola e Noiaris, ha appena finito di celebrare una messa per Eluana.

«Lei vive, vivrà sempre», ha detto nell’omelia.

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