«Il “mio” inno d’Italia che non passa mai di moda»

«Il “mio” inno d’Italia che non passa mai di moda»

Chiedi un’intervista a Gianni Plinio, candidato per il Pdl al consiglio regionale, e ti sembra di sentire in sottofondo l’Inno d’Italia che suona, che continua a diffondersi per le strade di Genova.
Scusi, può abbassare questa mia impressione?
«Lo so, lo so che ormai è un riflesso condizionato. In molti appena sentono per le strade le note si girano, qualcouno con la mano sul cuore, altri alla fronte per il saluto militare. E dicono: “C’è l’inno di Plinio” non di Mameli».
Per un patriota come lei non sa di sacrilegio?
«Sono fiero dei valori che cerco di tenere alti e sono ancora più fiero perché vedo che vengono recepiti. Qualche giorno fa, in Fontanabuona, debora, una ragazza diciottenne mi ha assicurato il suo voto, il primo della sua vita, dicendomi che io e lei abbiamo lo stesso carattere da “pierino”. L’altroieri invece la signora Natalina di Rapallo, 98 anni, vedova di un ufficiale, mi è corso incontro per garantirmi il suo appoggio. La motivazione? Perché mi vede sempre a tutte le celebrazioni dell’esercito. Dai 18 ai 98 anni, non è male, no? Sono orgoglioso di non passare di moda».
Già, di cerimonie militari non se ne perde una?
«Ieri, nell’ultimo giorno di campagna elettorale ero presente al precetto pasquale dei militari. Ero l’unico candidato, magari si potevano cercare più voti altrove, ma per me è una questione di coerenza e di rispetto».
Ieri non cercava voti?
«Guardi, sa di cosa parlavo ieri? Ho incontrato Edoardo Garrone. E l’accenno che gli ho fatto alla campagna elettorale è stato relativo ai chilometri che ho percorso. Gli ho detto che sono in una forma tale che se la Samp mi mette sulle fasce, la Champions è garantita».
E non ha parlato degli sprechi della sinistra?
«Quello è un cavallo di battaglia cui tengo molto. A Pontedecimo, presentando il libro scritto con l’amico e collega Matteo Rosso, ho incontrato un elettore di sinistra, ex di sinistra, perché mi ha detto che dopo aver letto il libro ha cambiato idea e voterà per me».
E cosa ne otterrà in cambio? Cosa gli ha promesso?
«Che tutti hanno un progetto prioritario. Il mio primo impegno da rieletto, sarà quello tagliare immediatamente una consulenza e con i denari risparmiati assumere un giovane disoccupato».
Prima bisogna essere eletti e vincere.
«Certamente. Ma le sensazioni sono ottime. Penso alle 700 persone che c’erano all’incontro con Ignazio La Russa, o al successo con Maurizio Gasparri e Daniela Santanchè. Ma non solo».
In effetti i «big» del Pdl sono accordi soprattutto ai suoi appuntamenti.
«Li ringrazio e ne vado molto fiero.

Ma altrettanto fiero sono di quei comizi vecchia maniera in strada, con un banchetto improvvisato e un megafono. Come a Casarza Ligure: senza la folla davanti, ma con tante orecchie tese da dietro le persiane socchiuse, con mille occhi che dai tavolini dei bar non guardano le carte ma seguono i discorsi».

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