
Premessa: quant'è difficile essere cantante e chiamarsi Bocelli?
"Essere un Bocelli è un privilegio ma pure una responsabilità".
Quale?
"Non voglio correre dietro all'eredità di mio padre".
Però insieme avete avuto momenti straordinari, come quando avete cantato Fall on me in Campidoglio a Washington.
"E il presidente Joe Biden si è commosso pensando al figlio morto di cancro".
Matteo Bocelli da solo.
"Desidero che le persone ascoltino la mia voce e seguano la mia visone dell'amore".
Non a caso il suo disco si intitola Falling in love, cioè innamorarsi.
"È il risultato di un abbraccio ideale tra il produttore, i musicisti e me".
Tra un mesetto Matteo Bocelli compirà 28 anni, è alto quasi due metri, ha una bellezza asciutta e mediterranea e una voce pastosa che, concerto dopo concerto, diventa sempre più agile. Non a caso, l'altro ieri ha iniziato un'altra serie di concerti, stavolta negli Stati Uniti, partendo da New York per ritornarci poco prima di Natale dopo una ventina di date. "Se tutto continua così, a fine anno avrò trascorso 6 mesi lontano da casa". Naturalmente canterà anche i brani del nuovo disco, che sono tutti inediti tranne due cover che sono forse la sfida più grande. Una è Caruso di Lucio Dalla, e non c'è bisogno di aggiungere altro. E l'altra è Mi historia, versione in spagnolo de La mia storia tra le dita di Gianluca Grignani, altro brano fortemente connotato che è difficile rendere proprio (del quale in radio gira anche un versione totalmente in italiano).
Cominciamo da qui.
"Un anno e mezzo fa ho fatto una comparsata con il babbo (toscanamente lo chiama sempre il babbo - ndr) al Festival di Viña del Mar in Cile e in scaletta c'era anche la versione spagnola di quel brano".
E poi?
"La risposta del pubblico è stata entusiasmante. In poche ore ho conquistato quasi un milione di follower e anche qualche tempo dopo, cantando a Santiago, ho notato che al pubblico piaceva molto e che il mercato sudamericano per me si era ulteriormente allargato. Quindi ho pensato: Perché non registrarla?".
Detto, fatto.
"Stiamo parlando di inizio 2025. Ho mandato il mio provino a Gianluca che il giorno stesso mi ha risposto che gli piaceva e che avrebbe voluto cantare il pezzo con me. E così l'abbiamo fatto come si sente".
Anche Laura Pausini ha inserito il brano nel suo disco in uscita tra poco.
"Ci siamo sentiti anche per provare a fare una versione a tre, ma lei aveva già altri progetti e non se ne è fatto nulla".
E Caruso?
"Lucio Dalla è un gigante".
Ha avuto paura di affrontare questo classico?
"Ogni artista ha la propria sensibilità, se il pubblico ti apprezza, la paura diminuisce molto".
Come si sente a esser definito "la nuova voce del romanticismo italiano nel mondo"?
"Mi sento un po' fuori posto non soltanto per la musica che canto, che è molto distante dalla maggior parte delle canzoni che si sentono in giro, ma anche per la musica con la quale sono cresciuto, i cantautori, il classico pop eccetera".
Beh non tutto è così. Lo stile di Ultimo, ad esempio, fa perno sui sentimenti e sulla melodia.
"Lo apprezzo molto, l'emozione va sempre rispettata".
Continua a scrivere testi?
"Certo che sì. Faccio sedute di scrittura con cantautori ma anche da solo".
E come va?
"Negli anni sono maturato, ma di certo non sono Guccini (ride - ndr).... Come dice Ed Sheeran, la scrittura è un esercizio e io scrivo, scrivo, scrivo...".
Come tutti gli anni la danno in gara al prossimo Festival di Sanremo.
"Direi proprio di no, anche perché ho in programma un altro evento internazionale proprio in quel periodo".
Niente Italia?
"Beh di sicuro sarò al Teatro del Silenzio a Lajatico il 21 luglio, per il resto vedremo".
Sogno nel cassetto?
"Un duetto con mio fratello Amos. Scrive pure lui canzoni".
A proposito di duetti. Questa estate ha duettato dal vivo con Will Smith in Quando quando quando.
"Magari un giorno uscirà".
In Glimpse of happiness c'è anche la firma del geniale Jon Batiste.
"Un artista con un orecchio musicale incredibile, è impazzito di gioia quando gli ho fatto ascoltare Pino Daniele, è bello vedere tanta emozione".