Cultura e Spettacoli

"Il mio seno troppo in vista? Me lo sono rifatto apposta"

La vincitrice della "Talpa" incredula per il risultato: ho paura di tutto, non pensavo di arrivare in fondo

"Il mio seno troppo in vista?  
Me lo sono rifatto apposta"

Milano - «Ho paura di qualsiasi cosa, soffro pure di attacchi di panico. Proprio non mi aspettavo di vincere La Talpa». A poche ore dalla puntata finale del reality di Italia 1, Karina Cascella è ancora incredula. Eppure, questa ventottenne napoletana ex opinionista del talk show Uomini e donne, ce l'ha fatta: affrontando fatica, ragni e serpenti è riuscita a mettersi in tasca i duecentomila euro del montepremi. E può sfoggiare una serie di aneddoti da brivido: «Il serpente era gelato, viscido e si muoveva. Addentarlo non era facile. Ma ho chiuso gli occhi e l'ho fatto, ne avevo già passate troppe...», racconta. E l'idea di farsi calpestare da una tarantola le è piaciuta ancora meno: «Drammatico, già gli scarafaggi mi impressionano. E trovavo eccessivo che quella bestia potesse camminarmi anche sulle labbra, o mordermi, era grande quanto la mia faccia. Ho guardato i compagni che ce l'avevano fatta, ho chiuso di nuovo gli occhi... È stata la prova più dura».

Mentre lei si sforzava di resistere, la telecamera indugiava molto sul suo petto, se ne accorgeva?
«Mi sono rifatta il seno un anno fa, mi fa piacere essere ammirata».

Durante una prova di resistenza si è sentita male. Si ricorda che cosa è successo?
«Ho avuto una crisi di panico e ho perso il controllo di me stessa. Ma poi, grazie all'auricolare che mi hanno messo, ho potuto ascoltare la voce del mio fidanzato che mi rassicurava dallo studio, ed è stato terapeutico».

A proposito di fidanzato (Salvatore Angelucci, ex tronista), sempre per metterla alla prova, le hanno mostrato delle foto che lo ritraevano assieme a un'altra...

«È stato un incubo, anche perché la finale si avvicinava e la fatica si faceva sentire. Non volevo vedere quegli scatti, ma dovevo sapere. Ma poi abbiamo parlato, credo nella sua innocenza».

Lei ha affrontato ansie personali, come un possibile tradimento, e pericoli e fatiche in nome dell'audience. Ne è valsa la pena?
«Certo che sì. Sono fiera di aver partecipato a La talpa. E le prove disgustose sono state poche rispetto a quelle di resistenza. Sono emersi il nostro coraggio, lo spirito del gioco e la location spettacolare. Come il paesaggio che si godeva dalla roccia da cui dovevamo fare il bungee jumping, lo strapiombo, il verde tutto intorno, l'arcobaleno in cielo... Peccato che non sia riuscita a buttarmi».

Ha anche vissuto a stretto contatto con una famiglia di indigeni zulu, gli Ndele: un papà, due mogli, un nonno e tre figli, fra cui il simpatico Tito, di 3 anni appena. Com'è stato?
«Dura all'inizio, la notte in cui sono arrivata nella loro capanna mi sentivo sola e disperata. Ma quando ho visto Tito che dormiva tranquillo ho ritrovato serenità. Queste persone non avevano nulla, ma si sforzavano di mettermi a mio agio, di capire il mio stato d'animo».

Proverà a restare in contatto?

«Non sanno che cosa sia un asciugacapelli, figurati internet. Ma mi piacerebbe continuare a ricevere loro notizie, chissà come sarà il piccolo Tito tra vent'anni...».

E con gli altri concorrenti com'è andata?

«Ho ammirato tanto il coraggio di Melita. Con Pasquale Laricchia, invece, non facevamo che litigare, ha un caratterino. Ma sa una cosa? Con il senno di poi sono contenta di tutto, anche di lui».

Vuole diventare una presentatrice?

«Ho fatto la commessa, la cameriera, la barista, la hostess alle fiere e so di non avere competenze per lavorare in Tv. Farò un passo alla volta.

Per ora sogno di sposarmi e diventare mamma».

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