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Miracolo: «Ho 106 anni e sono vergine»

Centosei anni dopo, è ancora in garanzia. Fresca di fabbrica. Non ha fatto nemmeno il rodaggio. Festeggiando l'invidiabile traguardo, Isa Blyth svela compiaciuta il suo elisir di lunga vita: la verginità. Oltre un secolo senza sfiorare uomo. Nemmeno platonicamente, nemmeno con un bacio. Fosse per lei, noialtri maschi saremmo tutti con la lingua di fuori. E poi voglio vedere come va avanti il genere umano, ma questo è tutto un altro discorso.
Già sembra di sentire in lontananza i cori di esultanza del femminismo ultrà. L'hanno sempre detto, le scamiciate dell'orgoglio rosa: gli uomini non possono stare senza donne, noi senza di loro stiamo benissimo. Pink Power. Zia Isa diventa l'icona di questa crudele teoria dell'autogestione. A quanto pare, senza fatica e senza rimpianti. Come ha raccontato spesso all'adorata nipotina Sheena Campbell, una bambina di 67 anni, non ha mai sentito il bisogno di un amore. Troppo impegnata a cantare nel coro della chiesa, a giocare a golf e a coltivare gardenie in giardino. Cosa dire: già questo fatto che metta davanti il coro e le gardenie ai fidanzati, per noi è molto umiliante. Ma ancora più umiliante è che ne sia felice: se tornasse indietro, rifarebbe tutto da capo.
Io non so se questo prototipo sia da «Guinness dei primati». Sinceramente, non credo sia tanto facile trovare in giro una vergine con più di 106 anni. Direbbe qualcuno che oggi come oggi è già abbastanza difficile trovarne una di 106 giorni. Ma lasciando perdere il sarcasmo grasso, resta con tutta evidenza il caso più unico che raro a scuotere le nostre coscienze. Scienziati e antropologi, ma anche bagnini e play-boy, saranno molto interessati a vivisezionare lo strano prodigio. Tocca sempre alla devota nipote Sheena rivelare qualche dettaglio in più: «Zia Isa, classe 1904, ha vissuto a Edimburgo, lavorando per 35 anni come segretaria alla "North British Distilleries", una fabbrica di whiskey della città scozzese. Mi ha sempre detto che tra lavoro e attività parrocchiali, non le è rimasto il tempo per farsi una famiglia...».
Farsi una famiglia, va bene. É un lavoraccio infame. Ma farsi almeno un fidanzato, un amorazzo, un bacetto dietro l'altare tra una prova e l'altra: zia Isa, quanta intransigenza, ci siamo un po' lasciati prendere la mano. Dico per modo di dire.
«Anche da giovane - taglia corto la nipote agiografa - era una ragazza con la testa sulle spalle. Si è presa cura dei fratelli e delle sorelle. Racconta sempre che non aveva tempo nemmeno per essere triste. Ancora oggi, ha un carattere straordinario...».
Stando all'identikit, l'amarezza cresce: magari, chissà, zia Isa si sarebbe rivelata una grande moglie, una grande mamma, e oggi festeggerebbe i 106 anni con un battaglione di esuberanti pronipoti attorno. Sempre che non sia proprio questa eventualità ad averle consigliato di restare vergine fino a 106 anni: effettivamente, sarebbe un motivo rispettabilissimo. Ma pare non sia così. La nipote Sheena spiega alla stampa che comunque zia Isa ha gradito molto la sua festa, con parenti alla lontana e compagni d'ospizio. S'è mangiata pure la torta e s'è gustata un buon bicchiere di champagne. Di sicuro, non è misantropa e individualista. Di sicuro, non rifiuta i rapporti umani. Ma allora che cos'è, uno scherzo della natura?
Parlandone in termini scientifici, la definizione più attendibile di verginità è questa: «La verginità è quella cosa che una donna ha fretta di perdere in età precoce, salvo rimpiangerla e praticarla appassionatamente subito dopo il matrimonio». Sempre da un punto di vista puramente scientifico, zia Isa è dunque un'incredibile forzatura: ha fatto a meno del sesso anche senza l'ausilio del matrimonio. In questo sta il senso alto dell'impresa. Certo, con questo stile di vita non sarebbe mai riuscita a fare la velina, ma a una donna che per un secolo ha cantato nel coro e ha zappettato gardenie la rinuncia non dev'essere sembrata tremenda. Ciascuno è padrone del proprio destino, ciascuno trova la felicità aggiungendo o togliendo qualcosa. Sua Castità ha abolito l'uomo, dettaglio superfluo e trascurabile del creato.
Cara Zia Isa, happy birthday e tantissimi auguri. A noi maschioni piace pensare che una sera di tanti anni fa, dietro al muretto o in fondo al fienile, una rapida perlustrazione del pianeta uomo te la sia comunque concessa. E che poi ti sia piaciuto raccontare una vanitosa bugia. Ma se davvero la tua storia è vera, lasciati dire almeno due cose. La prima, con tanto orgoglio: non sai che ti sei persa.

La seconda, con tanto affetto: sei ancora in tempo.

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