Ma che strano: adesso scopriamo anche che Napoli è stata ripulita e che la situazione si è normalizzata.
Lo afferma l’ufficio flussi della Regione Campania in un comunicato di ieri dove si precisa che anche le ultime zone “critiche”, come Viale Maddalena e via Don Bosco sono state ripulite dopo un periodo di raccolta superiore di circa 200 tonnellate oltre al livello di produzione giornaliera. Dopo i giorni dello scandalo pare quindi che l’emergenza sia rientrata, con l’eccezione, spiega la relazione della Regione, di alcuni cumuli di rifiuti ingombranti di difficile rimozione che però non riguardano la vecchia giacenza.
Anche in provincia sembra che la raccolta abbia superato largamente i depositi e che quindi lentamente ci si stia “mettendo in pari”. A questo punto vanno fatte alcune considerazioni: innanzitutto va ricordato che il sistema della raccolta dell’immondizia in Campania permane fragilissimo. L’equilibrio fra l’accumulato e lo smaltito è, a dir la verità, delicato ovunque, dato che il dimensionamento della struttura di pulizia è in genere calibrato per la produzione media giornaliera: ciò comporta che in caso di variazioni impreviste (ma in certi casi anche prevedibili, quali quelle stagionali) il sistema vada in sofferenza e si creino gli accumuli. Tuttavia quello che nelle altre regioni è semplicemente delicato, si è dimostrato estremo a Napoli, dove per una molteplicità di motivi è apparso chiaro che bloccare l’ingranaggio della raccolta risulta estremamente facile, con le conseguenze disastrose che sono state sotto gli occhi di tutti.
Si tratta di un fenomeno ben noto in Italia, dove forse più che in altri paesi è faticoso costruire, mentre risulta semplicissimo bloccare e distruggere. In secondo luogo si potrebbe osservare che, per quanto delicato sia, un ingranaggio di solito non si incastra da solo, ma ci sono sempre delle mani che mettono il sasso nei meccanismi. Nel caso di Napoli l’impressione è che queste mani non si vogliano trovare. Durante l’ultimo episodio di crisi dello scorso Dicembre non si parlava di situazioni stagionali o di eventualità “normali”:le immagini delle colonne di compattatori fermi dietro a pochi mezzi evidentemente bloccati a bella posta erano molto chiare. Per gli appassionati delle dietrologie si potrebbe mettere in relazione la cosa con la curiosa coincidenza dei tempi tra il blocco della raccolta dei rifiuti e il fallito tentativo di spallata al governo.
Nei discorsi in Parlamento e in televisione la consonanza fra i discorsi dei rappresentanti del PD (tuttora al governo a Napoli e da tempo alla guida della regione prima delle ultime amministrative) e quelli dei finiani che, con Bocchino, hanno una grande influenza in Campania, sembravano stranamente paralleli e i rifiuti venivano sempre citati. Chi volesse pensar male potrebbe sospettare che il blocco di Dicembre sia stato in un certo senso “incoraggiato” per dimostrare il fallimento di Berlusconi in una delle sue imprese simbolo e guidare gli indecisi verso la sfiducia. Purtroppo dovremo tenerci i dubbi e i sospetti perché appare ingenuo attendersi una veloce individuazione dei responsabili da parte di una procura sicuramente oberata di lavoro ma che pure aveva trovato il tempo per depositare novemila intercettazioni che parlavano di veline per l’inchiesta su Berlusconi e Saccà, inchiesta ovviamente archiviata.
Limitiamoci dunque a registrare che in parallelo con la stabilizzazione della situazione in Parlamento anche a Napoli le cose vanno normalizzandosi. Ora ogni sforzo deve essere indirizzato al mantenimento del decoro in vista della stagione turistica.
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