Ultim'ora
Bce: tassi giù al 3%. Stmati risparmi sui mutui per 140 euro l'anno
Ultim'ora
Bce: tassi giù al 3%. Stmati risparmi sui mutui per 140 euro l'anno

La missione dei gemelli Pesce

La missione dei gemelli Pesce

La normalità? Non esiste. Esiste l'amore, però. Ed «è l'amore che ha prevalso: l'amore di Gesù», spiega fra Marco Pesce, ordinato sacerdote insieme al fratello gemello Matteo.
Ieri mattina, alle 10 e mezza, presso il santuario di Gesù Bambino di Praga di Arenzano, davanti al cardinale Angelo Bagnasco, erano in quattro. Oltre ai fratelli Pesce, anche Marco Poggi di Alessandria e Paolo Galbiati originario di Buccinasco. Quattro frati Carmelitani di 26 anni che ieri hanno concluso il cammino verso l'ordinazione e sono diventati sacerdoti.
Quattro ragazzi poco più che adolescenti che quando hanno abbracciato l'abito talare hanno scelto un attributo al proprio nome. Un nikname, in un certo qual modo. E così fra Matteo si fa chiamare «fra Matteo di Gesù», il fratello Marco ha scelto «di Gesù Signore e Maestro» mentre ai due compagni di viaggio ci si rivolge con gli attributi: «della Trinità» e «della Speranza». Ma a incuriosire maggiormente le televisioni e i giornali è il fatto che in un periodo di forte crisi delle vocazioni due fratelli gemelli, e per di più omozigoti, siano diventati insieme prima frati Carmelitani e poi, ieri, sacerdoti.
«Essere frate carmelitano significa seguire un ideale cristiano con una vita silenziosa e fraterna», spiega con un sorriso pacato Marco cresciuto col fratello nel seminario inferiore di Arenzano dall'età di 11 anni. Una vita di rigore e preghiera ispirata agli insegnamenti di Santa Teresa di Avila e San Giovanni della Croce. La chiamano preghiera silenziosa perché «si tace con la bocca e si prega col cuore» spiega Marco. Un rito che apre la giornata alle sei di mattina e si ripete a metà giornata, alla sera e prima del riposo notturno.
«Se siamo stati plagiati? Momenti di crisi ne abbiamo avuti ma alla fine non si fa un bilanciamento sui guadagni e sulle perdite perché è l'innamoramento di Gesù che prevale», aggiunge Marco che, sempre in piedi, in mezz'ora di intervista non si è mosso di un passo. Una disciplina acquisita negli anni. «Siamo abituati a restare in piedi per ore» spiega mentre ci guarda: «c'è chi dice che queste sono scelte coraggiose ma forse ci vuole più coraggio a fare una vita normale, a cercare un lavoro, a mantenere una famiglia».
I due gemelli non sono l'unico contributo della famiglia ai carmelitani: «Abbiamo 4 zii nell'ordine. È così che mia mamma (Aurelia) e mio papà (Angelo) si sono conosciuti», racconta Matteo. E poi c'è il fratello maggiore, Stefano, che invece ha fatto il militare, si è sposato e ha due figli.

«Qualche volta, all'inizio, ci chiedeva se eravamo veramente intenzionati a continuare su questa strada», racconta di nuovo Marco che sul futuro: «Tanti confratelli pensano all'Africa per vivere coi poveri ma io sinceramente penso che il Carmelitano è ovunque e anche da noi può fare il proprio servizio».
E sul fatto di essere gemelli? «Non capisco cosa ci sia di strano. Speriamo solo che tanto interessamento serva al Regno di Dio».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica