In missione tra diplomazia e affari L’Italia offre quaranta aerei militari

nostro inviato a Gerusalemme

Non solo la delicata questione Iran, ma anche una serie di accordi commerciali che nei prossimi anni potrebbero culminare in una commessa da oltre un miliardo di euro per la Alenia Aermacchi, azienda leader nel campo dell’aeronautica militare. Sono questi i dossier centrali della tre giorni di Berlusconi in Israele, una visita senza precedenti per la diplomazia italiana non solo per il tipo di accoglienza riservata al Cavaliere ma anche per l’ampiezza della delegazione italiana che conta ben sette ministri.
Sul fronte Teheran, infatti, non è una novità che il governo israeliano sia deciso a premere sull’acceleratore, seguendo non solo le vie della diplomazia ma anche quelle delle sanzioni economiche. Non è un caso che nel primo bilaterale tra ministri il vicepremier Shalom chieda a Ronchi di farsi ambasciatore presso l’Ue per un’azione «forte» di Bruxelles nei confronti dell’India che a oggi è il Paese che raffina quasi tutto il petrolio prodotto in Iran. L’obiettivo di Gerusalemme, insomma, è colpire le fonti energetiche di un Paese che non solo sta alzando la posta sull’atomica - insistendo con il piano di riarmo - ma arriva persino a negare a Israele il suo diritto di esistere. Ed è in questa ottica che negli incontri di oggi è molto probabile sia affrontato anche il nodo dei nostri rapporti economici con l’Iran, visto che dopo la Germania l’Italia è il secondo partner commerciale di Teheran all’interno dell’Ue. Un giro d’affari che nel 2008 superava i sei miliardi di euro, che già vede decisi segnali di raffreddamento se nei primi dieci mesi del 2009 l’interscambio è calato del 39,7% e che - assicura uno dei ministri presenti a Gerusalemme - «è destinato a ridursi ancora». Non dovrebbero esserci problemi, invece, sul fronte della collaborazione tra la Carlo Gavazzi Space e l’agenzia spaziale iraniana, un’intesa che secondo il Jerusalem Post sarebbe stata al centro dei colloqui. L’accordo per fornire a Teheran il primo satellite artificiale è infatti del 2003, ma la sonda Mesbah è andata distrutta in un incidente e sia la Farnesina che l’azienda milanese smentiscono ulteriori collaborazioni.
Argomento centrale dei colloqui e affrontato a più riprese è anche l’azione di contenimento» della politica aggressiva di Ahmadinejad. Se Shalom chiede a Ronchi di inserire i Guardiani della rivoluzione iraniani (i pasdaran) nella black list dell’Ue (una proposta su cui il ministro di dice «personalmente favorevole»), il premier israeliano Netanyahu spinge per un coinvolgimento il più centrale possibile dell’Italia per le sanzioni internazionali all’Iran. Se l’escalation atomica continuerà, infatti, Gerusalemme ritiene fondamentale la posizione che terrà Mosca. E in questo senso è stato chiesto a Berlusconi di farsi ambasciatore delle ragioni di Israele presso Putin e Medvedev.
Sempre in ambito militare, invece, non è escluso che nei prossimi anni Gerusalemme possa chiudere una commessa da oltre un miliardo di euro con la Alenia Aermacchi, controllata di Finmeccanica. Fonti del governo israeliano, infatti, confermano un interessamento per l’M346 Master, un aereo da addestramento avanzato ad alta tecnologica che superare la barriera del suono (tocca i 1.255 chilometri all’ora). La richiesta di Gerusalemme sarebbe per 20 velivoli con un’opzione per altri venti. Ed è probabile che la questione sia affrontata in via informale dal ministro per lo Sviluppo economico Scajola vista anche la forte competizione tra la Alenia Aermacchi e la Korea Aerospace, le uniche due industrie aeronautiche al mondo a produrre addestratori avanzati.

D’altra parte, sembra che l’accordo già raggiunto tra l’Alenia e gli Emirati Arabi Uniti per una commessa da 1,4 miliardi di euro per 48 M346 Master sia al momento congelato proprio a seguito delle pressioni della Korea Aerospace, che forte dell’azione di lobby dell’americana Lockheed Martin (che con i coreani ha un accordo per la commercializzazione dei loro prodotti) si è rifatta sotto con l’Emiro del Dubai. E forse potrebbe essere questa una delle ragioni del rinvio della visita di Berlusconi a Dubai in agenda un mese fa, quando il Cavaliere volò prima in Arabia Saudita e poi in Qatar.

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