Una missione Se il poeta interpreta religione, filosofia e società

Una missione Se il poeta interpreta religione, filosofia e società

Religione, filosofia, società. Che, insieme, si fanno poesia. Ma è anche la poesia, in un sapiente gioco delle parti, che si fa a sua volta religione, filosofia, società, quest’ultima intesa come elaborazione, interpretazione e finalmente rappresentazione del sociale e, quindi, del bene comune. Tutto qua, si direbbe, in «Eis (Tu sei)», il più recente libro di liriche di Ito Ruscigni, se solo dovessimo riferirci alla sua straordinaria capacità di sintesi, per cui il verso diventa monade perfettamente compiuta, eppure mai appagante, tanto invoglia ad abbeverarsi ancora alla fonte del Sapere. «Senza Sapere/ la fede è una botola/ che s’apre sull’inferno» . Un Sapere prima di tutto intuìto, che lascia presagire chissà quali orizzonti di approfondimento, anche perché i temi affrontati sono i fondamenti della speculazione intellettuale. «Non ti sfiora/ la mente il dubbio?/ Quel che hai cercato/ forse è proprio/ in quel che hai scartato» si domanda (ti domanda) Ruscigni. Ma, avverte subito dopo: «Deve intendersi, la sintesi, non a livello periferico, ma al centro. Al centro c’è l’uomo, la sua essenza, i suoi sentimenti». Purché - ammonisce ancora l’Autore - si abbia la consapevolezza di sé, ma anche del proprio dovere identitario. In questo senso l’umano e il divino si affermano e si distinguono, entrano in relazione, ma non si confondono. Non dovrebbero confondersi. Forse, lo fanno... E allora - tuona Ruscigni - non resta che «disinquinare il sacro dall’inquinamento fideistico sacerdotale (religioso) e dalla vacuità laica degli atei devoti». Accusa implacabile, denuncia senza appello, nel momento in cui si vengono a imporre determinazioni incongruenti, spiegazioni fraudolente, delucidazioni volutamente ingannevoli, dogmi - di politica, di fede - che non hanno ragione d’essere. «La società - insiste Ruscigni, urla Ruscigni - non può essere divisa da due poteri, politico-temporale e religioso-spirituale, ma si rappresenta con la scrittura della realtà cui si perviene attraverso il Sapere sensitivo, razionale, contemplativo». Operazione non facile - sottintende Ruscigni - ma tutt’altro che impossibile. Spunta l’ottimismo, dunque, dopo il cupo pessimismo dell’esploratore-speleologo dell’animo umano? Né l’uno, né l’altro. È solo - solo? - speranza.

Che diventa fede se si ha la ventura di incontrare, almeno una volta nella vita, Sofo, colui che t’insegna «come l’uom s’eterni». Così davvero «Eis (Tu sei)». A Dio piacendo, e piacendo all’uomo «che diviene dio di coloro che da lui apprendono».
Ito Ruscigni: ««Eis (Tu sei)», De Ferrari Editore, 99 pagine, 12 euro.

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