«Con la missione in Usa il Lingotto va in 1ª classe»

«Con la missione in Usa il Lingotto va in 1ª classe»

«Solo chi è presente negli Usa può definirsi un competitor world class. Con l’intesa con Chrysler, Fiat lo diventa. È come conseguire una laurea». Giuseppe Volpato, docente alla Ca’ Foscari di Venezia, promuove l’alleanza tra le due case automobilistiche, «perfettamente complementari».
Professore, quali vantaggi avrà Fiat dall’accordo con gli americani?
«Per prima cosa, l’ingresso rapido e a basso costo in un mercato come quello Usa, che in tempi di crisi vale pur sempre oltre 10 milioni di vetture vendute ogni anno e 15 milioni in periodi normali. Chi pianifica una strategia decennale deve mettere in conto di essere lì: sarà il mercato d’avanguardia per le auto ibride e, in futuro, per quelle a idrogeno».
Torino potrà anche far leva sulle fabbriche Chrysler...
«Certo: sfrutterà gli stabilimenti per l’assemblaggio, senza investimenti aggiuntivi, e la manodopera già presente. Per non parlare delle migliaia di concessionarie».
Quali difficoltà incontrerà Fiat negli Usa?
«Nodi da sciogliere ce ne sono sempre. Gli Stati Uniti offrono grandi opportunità, ma il cliente è molto esigente e ben tutelato dalla legge. Una class action è sempre in agguato. Dal punto di vista industriale, credo che Sergio Marchionne inizierà a muoversi ascoltando i vice senior president di Chrysler. Vorrà capire chi è disposto a sacrificarsi senza risparmio. Marchionne è un ciclone, capace di lavorare 24 ore su 24. Se fosse in Italia, gli basterebbero 15 giorni per trarre le conclusioni; negli Usa gliene occorreranno forse un po’ di più, ma presto passerà alla fase operativa».
I sindacati-azionisti potrebbero creare problemi?
«Non credo. Intanto, hanno già garantito che non sciopereranno fino al 2015. I sindacati sono nel cda perché questo era l’unico modo per consolidare i loro crediti, trasformandoli in azioni. Non penso che vi rimarranno a lungo: a Marchionne non piacerebbe».
Obama è stato un grande sponsor di Fiat...
«Il presidente ha offerto a Torino un assist eccezionale. D’altra parte, Obama ragiona in termini di motori più efficienti e meno inquinanti: Fiat li ha».
Quante 500 dovrà vendere Fiat per poter considerare l’alleanza un successo?
«Ventimila sarebbe un ottimo risultato. Ma i maggiori vantaggi derivano dalla condivisione, per esempio, di pianali e componentistica: ciò permette di abbassare i costi e creare più profitti».


Come vede una possibile «liaison» Fiat-Opel?
«Non mi convince, non c’è complementarietà tecnologica e di prodotti. Meglio un accordo con Bmw e Mercedes: entrambe, per evitare le multe Ue che dal 2012 puniranno chi sfora i livelli di CO2, hanno bisogno di un accesso rapido a vetture piccole e a basse emissioni».

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