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Il mistero del Don Camillo inedito

Il sesto film della serie fu interrotto per la morte di Fernandel. Eppure una parte del girato esiste come dimostrano alcune lettere

Il mistero del Don Camillo inedito
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La lettera (meglio, la mail) è rimasta nell'archivio della pro loco di Brescello per qualcosa come 20 anni, ma, anche alla luce del volume L'ultimo don Camillo curato dal critico Alberto Anile, ritrova un'importanza fondamentale per quanto riguarda la sorte del sesto film della serie Don Camillo, iniziato a girare nel 1970, il primo a colori, ancora con Fernandel e Gino Cervi nei panni del pretone e del grosso sindaco comunista di Brescello e mai terminato.

Ma procediamo con ordine: estate 1970, il caldo è davvero soffocante. Fernandel arriva a Brescello il 20 luglio e iniziano le riprese in esterni. Scrive Maurizio Schiaretti, critico cinematografico della Gazzetta di Parma nel saggio Inutile allarmarsi: chi parlerà di don Camillo fra un paio d'anni?, parte del volume Don Camillo e il signor sindaco Peppone edito da Libri Arena a Bologna nel 2001: "Le riprese si susseguono in un clima insopportabile, ci sono momenti in cui, al sole, la temperatura raggiunge i 60°. I due interpreti ne soffrono pesantemente: Gino Cervi è ingrassato parecchio, Fernandel fa grandi sforzi per mostrare il suo famoso sorriso perché, dimagrendo, i denti gli rientrano nella bocca. Fernandel si sente sempre più stanco e a ridargli energia non bastano le pietanze preparate apposta per lui dalla fedelissima Tina, arrivata da Marsiglia perché non si senta solo. È costretto ad interrompere le riprese di una scena in cui deve portare in braccio l'attrice Graziella Granata che non arriva a cinquanta chili. Christian-Jacque fa di tutto per farlo sentire a suo agio ma il 31 luglio l'attore si fa visitare a Parma da uno specialista dei polmoni e la sera chiama il regista: Devo interrompere immediatamente la lavorazione gli dice quasi in lacrime Ho un polmone fuori uso e l'altro è pieno d'acqua, capisci! Non mi era mai successo di lasciare un film a metà e proprio con te, poi!. Christian-Jaque cerca di rassicurarlo: Non ti preoccupare, torna a Marsiglia e riposati. Quando starai meglio riprenderemo. Il 2 agosto Fernandel e sua nipote Martine ripartono in automobile per la Francia, la troupe si scioglie lasciando a Brescello proiettori, cavi, praticabili".

La diagnosi per l'attore francese è senza speranza: tumore ai polmoni, ma Fernandel sembra riprendersi e promettere di tornare sul set nella primavera del 1971. A febbraio, però, morirà e la produzione liquiderà regista, interpreti, troupe e maestranze. Da allora del girato di questo film si perdono le tracce. Chi sostiene che il negativo sia nel caveau di una banca svizzera, chi che fosse nei magazzini della Cineriz a Roma, bruciati nella notte tra l'8 e il 9 ottobre 1982, chi ancora che ne avesse una copia lo stesso Fernandel. Chi ne parla con sicurezza è ancora Maurizio Schiaretti: " Il positivo del girato è conservato alla Cineteca nazionale". Da qui inizia la storia che riguarda la lettera inviata alla Cineteca dagli eredi Guareschi e la risposta via mail del comune di Bologna, che torna alla luce dopo vent'anni nel volume Ricordi inediti... ritrovati pubblicato in questi giorni dalla pro loco di Brescello. La lettera degli eredi Guareschi indirizzata alla Cineteca nazionale è datata 8 gennaio 2003 e chiede, dopo un'introduzione, se risponda al vero la notizia " che ci è appena stata inviata da nostri giovanissimi associati, legati al gruppo amicidiguareschi i quali ci hanno informato di essersi messi in contatto con Voi per avere notizia sulla possibile esistenza, nella Vostra cineteca della pellicola del film incompiuto Don Camillo e i giovani d'oggi". Segue breve elenco di interpreti e date con la precisazione della regia di Christian-Jaque e l'affermazione: "I nostri associati ci hanno comunicato di aver ricevuto una Vostra risposta affermativa, assieme alla notizia che la pellicola potrebbe essere resa disponibile per motivi culturali". Nessuna risposta immediata. Passano, infatti oltre due anni, sinché, il 2 novembre del 2005, dal comune di Bologna, Anna Di Martino scrive al vicesindaco di Brescello Virginio Dall'Aglio: "Il film Don Camillo e i giovani d'oggi è in Cineteca nazionale, ma è una copia unica che non può uscire dall'archivio, sempre che si tratti di quel film che il Club Ventitré richiedeva. È firmata da Cristian-Jacque come avevano scritto loro". Dopodiché solite precisazioni e la possibilità di ottenere una copia in Vhs o Dvd.

Da allora, nonostante le ripetute comunicazioni, tutto tace, salvo il fatto di un presunto errore, che avrebbe riguardato il confondere la pellicola richiesta con quella del film Don Camillo e i giovani d'oggi con Gastone Moschin e Lionel Stander, firmato, però, non da

Christian-Jaque, ma da Mario Camerini: impossibile confondersi! Dov'è finito, allora, questo film incompiuto, che oggi l'Ai potrebbe terminare con pochi click? La domanda, dopo vent'anni, torna alla Cineteca nazionale: l'avete Voi?

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