Il giorno di Natale l’Italia è stata sommersa da una bufera di messaggi contagiosissimi. Il virus più diffuso recitava così: «Caro Gesù Bambino, quest’anno ti sei portato via il mio cantante preferito, Michael Jackson, il mio attore preferito, Patrick Swazye, la mia attrice preferita, Farrah Fawcett, il mio presentatore preferito, Mike Bongiorno, la mia poetessa preferita, Alda Merini. Volevo dirti che il mio politico preferito è Antonio Di Pietro e che l’anno non è ancora finito!». Ho ricevuto 31 sms così, con due varianti magico-religiose: 20 erano rivolti a Gesù Bambino, undici - presumibilmente di credenti rispettosi o di atei integrali - erano deviati su Babbo Natale. Il politico più gettonato in questione, invece, era Tonino Di Pietro in ben 19 casi, Berlusconi in sette casi, e Fini in cinque. Di sinistra manco uno e non per assenza di antipatia verso sinistra ma per assenza di sinistra.
Ho cercato di mettere a frutto l’inedia e la bulimia di Natale lavorando su una statistica augurale. Nel solo giorno di Natale ho ricevuto 350 messaggi di auguri e sono così riuscito a fare un’indagine psico-sociologica sugli italiani. Non sono riuscito a quantificare invece i messaggi precoci che mi hanno mandato gli Ansiosi, già 7-8 giorni prima di Natale. A Natale invece, nel cazzeggiare pallido e assorto sotto un rovente presepe d’orto, ho lavorato con più serietà e dunque vi offro il risultato della ricerca.
Nel primo girone si contemplano i Mistici, gente che a Natale scopre una vena lirica e religiosa sepolta lungo l’anno e si effonde in messaggi papali e sentimentali. Tra loro anche autentici caimani e feroci commercianti senza scrupoli. Una quantità spaventosa, circa 50 sms. Non sospettavo tale quantità di santi clandestini nel nostro Paese. Ancora più sorprendente è l’ispirazione poetica di insospettabili commercialisti e le rime baciate di geometri neo-romantici con retrogusto gotico-zotico. Natale fa riemergere il fanciullino che riposa dentro di noi, con la sua letterina di Natale, o tradisce la vena mancata, di letterati languidi e crepuscolari. Tra questi da segnalare anche un’amica che mi ha mandato un vero romanzo d’auguri, racchiuso in un chilometrico sms. La mia risposta lapidaria - «Ricambio di cuore» - le suonerà come una stroncatura. Temo di ricevere la parte seconda, la Vendetta, a Capodanno. E l’opera omnia a Pasqua.
Nel secondo girone, seguono a ruota, i Goliardici, spiritosi in proprio o con sms preconfezionato. Una caterva (45), se si considerano nella etnìa dei comici non solo i messaggi virali che si diffondono per contagio, ma anche gli spiritosi creativi, con battute d’artigianato, su misura. Notevoli anche gli Scherzosi Lussuriosi con i loro messaggi pornonatalizi (11) che esortano a pratiche erotiche natalizie irriferibili: il più casto invita a tatuarsi con l’immagine dell’euro il proprio organo per veder finalmente crescere il proprio capitale. Sarebbe un miracolo, anche perché per la prima volta le donne lo aiuterebbero ad accrescere il suo capitale, anziché dilapidarlo.
Ci sono poi i Decorativi (9), che fregiano i loro auguri di disegni e immagini, anche se i più leziosi e pacchiani preferiscono mandare auguri bizantini tramite e-mail (e lì diventano svariate decine). Risalendo dai loro sms, immagino con raccapriccio le loro case natalizie bardate a festa, le loro palle variopinte a intermittenza, i babbi natali che si arrampicano ovunque, le luminarie, i festoni e i fiocchi. Roba da sperare in un violento cortocircuito con incendio finale e panico tra i famigliari con giuramento di un prossimo Natale sobrio e francescano. Tra gli sms iconografici colpiscono i decorativi poveri e anche leggermente funesti, come quello di un’amica che ha seminato il biglietto augurale di croci, come se fosse un cimitero. Forse voleva dare maggiore enfasi festiva agli auguri ma mentre digitavo con una mano la risposta («Ricambio di cuore») con l’altra compivo esorcismi scrotali; non si sa mai.
Non mancano i Confidenziali (10) che cercano di cucire gli auguri su misura della tua privacy, personalizzandoli oltre la soglia dei Kazzipropri; i Monumentali (8) che fanno auguri solenni come se fossero presidenti della Repubblica, a cui ti verrebbe da rispondere in piedi con l’inno di Mameli. I restanti sono i Convenzionali, che non escono dal frasario minimo ovvio e obbligato. Inquietante e vagamente mafioso un sms allusivo di cui non ho capito il senso; irritanti i «sinceri auguri» di un assessore che mi ha solato mille euro, e raccapricciante l’sms di una porca che mi invita a ripetere con lei le maialate del Capodanno scorso a Frosinone, ma io ero in Venezuela, non la conosco e non mi faccio chiamare, come lei mi chiama, Popone (avrà sbagliato numero). Ammiro infine i sintetici, che mandano solo un sms vuoto, con un brevità divina, metafisica, surreale, di facile risposta. Mi inquietano gli sconosciuti, tantissimi, che mi mandano auguri anche a nome di terzi ancora più sconosciuti, persino nomi russi e arabi, ma a volte così confidenziali da indurmi al dubbio di avere l’alzheimer o una doppia vita a mia insaputa, schizoide, con un giro di amici sconosciuti al mio doppio.
Agli auguri precoci non rispondo perché non riesco a cogliere auguri prematuri, sono troppo acerbi, fuori stagione. Ai convenzionali seriali nemmeno, perché sono uno dei mille e non penso che poi faranno il censimento con ritorsioni verso gli inadempienti. Ai personali cerco con fatica di rispondere, ma non supero le tre parole, distinguendo tra i normali («Ricambio di cuore») agli speciali («Ricambio di vero cuore»).
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