Le polemiche e i travisamenti avvenuti dopo il discorso di Benedetto XVI a Ratisbona hanno fatto passare in secondo piano il tema dellintervento papale: il rapporto tra fede e ragione. Ratzinger spiegava che una ragione la quale «di fronte al divino è sorda e respinge la religione nellambito delle sottoculture» è incapace di vero dialogo con le culture. E spiegava, con le parole dellimperatore bizantino Manuele II Paleologo, come «non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio», come Dio non si compiaccia del sangue e soprattutto che per condurre qualcuno alla fede ci sia bisogno di «parlare bene e ragionare correttamente... non della violenza e della minaccia».
Che cosa significa, dunque, jihad? È giusto tradurre la parola con «guerra santa»? È giusto paragonarla, come viene fatto, alle crociate? Marco Meschini, ricercatore e storico, aiuta a fare chiarezza con Il jihad & la crociata. Guerre sante asimmetriche (Edizioni Ares, pagg. 160, euro 12). Grazie al volume il lettore viene introdotto ai vari significati del jihad islamico, parola che, pur derivando da una radice araba che evoca lidea di «sforzo» ed essendo da molti esegeti riferita alla «lotta interiore», ha anche, nella tradizione islamica, una connotazione militare.
La seconda accezione, spiega Meschini, «implica un rapporto tensionale col mondo esterno e quindi, essenzialmente con linfedele. Questi deve essere invitato a convertirsi - meglio, a sottomettersi - allislam e, se rifiuta, deve essere combattuto. Ovviamente con le armi». Lanalisi della tradizione giuridica islamica, porta «senza dubbio a riconoscere» che proprio questo tipo di jihad è predominante e consiste «nellazione armata in vista dellespansione dellislam e, nel caso, della sua difesa» ed è dunque «il padre di ogni violenza militare islamica» e si configura come una «guerra santa», perché «è Allah a volere la guerra e il jihad. Allah è santo. Guerra e jihad sono santi».
Anche la crociata, spiega Meschini (che ha pubblicato un poderoso volume sulla spedizione che nel 1204 saccheggiò Costantinopoli), era «una guerra santa, anzi la guerra santa della cristianità per il recupero di Gerusalemme». Qual è dunque, lasimmetria? Il fatto che mentre il jihad «è espressione della religione islamica nel suo sorgere e nel suo formarsi come nocciolo identitario», la crociata «è espressione di una forma cristiana di vita e organizzazione sociale identitaria - la cristianità medievale» ma non scaturisce dal dettato evangelico né dal messaggio originale di Gesù.
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