
“Non ho mai guardato tanto gli archivi come stavolta” dice Daniel Roseberry, l'americano che dal 2019 disegna Schiaparelli, marchio di culto per gli amanti di arte e alta moda. “Ho trovato delle fotografie di Parigi nel 1939, poco prima dell'invasione tedesca – prosegue lo stilista - e ho pensato a quel crepuscolo del glamour, agli abiti tagliati in sbieco, alle tipiche giacche del brand con le spalle importanti e all'atemporalità di un mondo in bianco e nero”.
In parole povere Roseberry s'ispira a un momento topico nella vita della grande Elsa, quando lascia l'adorata Parigi per andare in America dove la guerra è solo un'eco lontana. Nel giro di due anni tornerà a casa facendo anche tatta in Portogallo per consegnare 13 mila capsule di vitamine al ministro francese di Lisbona per conto dell'American War Relief. Tutto questo con quel che abbiamo visto in passerella non ha molto a che spartire anche perché Roseberry parla di “bianco e nero” mentre noi abbiamo visto tantissimo nero e argento inframmezzato da un paio di fulminanti uscite in rosso.
Allo stesso modo è difficile capire perché nell'invito c'è uno stupendo ciondolo in ottone con la stessa forma della sezione di una conchiglia se non sai che la mitica Elsa fu tra le prime visitatrici del Guggenheim di New York progettato dall'architetto Frank Lloyd Wright come l'interno di una conchiglia. Detto questo siamo davanti a una bellissima collezione di alta moda con tutti gli elementi che hanno consegnato al mito la cosiddetta Schiap compreso il suo amore per i surrealisti di cui fu musa e sostenitrice.
Si passa dall'abito da sera rosso fuoco con la sagoma del seno e del punto vita letteralmente scolpiti sulla schiena al celebre mantello Apollo che lei fece ricamare da Lesage in oro sul rosa shocking e che Roseberry rifà con i ricami argento sul nero. I cappelli sono uno più bello dell'altro, disegnati dal grande Stephen Jones e realizzati nell'atelier di Place Vendome.