Modena, ammazzata a 19 anni dall’ex che aveva denunciato

Gianluca Pedrazzi

da Modena

Morire a poche ore dal Natale per aver detto no a una storia d’amore con un immigrato clandestino. Morire in una stanza di un appartamento per una pugnalata al cuore, inferta da chi ormai la perseguitava, minacciava, picchiava. È morta così una diciannovenne modenese e ad ucciderla è stato un clandestino maghrebino, con cui la ragazza aveva avuto un anno fa una breve storia.
La vittima è Maria Serlenga, impiegata e studentessa che da un mese e mezzo, aveva deciso di andare a vivere da sola in un appartamento alla prima periferia della industriosa città emiliana, dove l’immigrazione cresce anno dopo anno. «Una brava ragazza che oltre a lavorare voleva anche studiare, andare avanti con l’Università... Ma che da mesi viveva un incubo per quell’uomo che la tormentava», dicono i vicini. Ad ucciderla Mohamed Fiadel Ouertani, tunisino di 37 anni, clandestino, senza fissa dimora. Un immigrato che, stando alle prime indagini condotte da polizia e carabinieri, viveva di espedienti. Lo stesso uomo che, l’altra notte, dopo essere entrato nell’appartamento della ragazza e averle conficcato un pugnale nel cuore, ha poi telefonato al 113 dicendo, con voce agitata «Correte, c’è una donna che sta morendo». Troppo tardi. Per Maria ormai non c’era più nulla da fare. Quando i poliziotti sono entrati nell’appartamentino in via Morane 252 era in un lago di sangue, riversa sul pavimento, ancora agonizzante. La coltellata le aveva colpito il cuore. Inutile la corsa al pronto soccorso. A rendere ancor più tragica la storia di Maria, la denuncia che appena qualche giorno fa la diciannovenne aveva presentato ai carabinieri contro il suo assassino: «Quell’uomo mi perseguita, mi minaccia, mi picchia», aveva scritto. Da quel momento di lui si perdono le tracce fino alla notte scorsa. La ragazza, dopo aver lasciato la casa dei genitori, frequentava una compagnia di giovani italiani e stranieri. Ed è probabilmente stato lì che un anno e mezzo fa ha conosciuto il tunisino. Tra i due nasce una breve relazione, che è la stessa Maria a voler troncare. Ma l’immigrato non ne vuole sapere. La segue ovunque, la minaccia. Non le dà pace e soprattutto in più occasioni la picchia. Come il 16 dicembre, quando lei si presenta dai carabinieri per denunciarlo. La scorsa notte la tragedia. L’uomo riesce a farsi aprire la porta dell’appartamento e inizialmente i due devono aver solo parlato. Probabilmente Maria per l’ennesima volta gli spiegava che tra loro non c’era più nulla, ma lui ha estratto un coltello e le ha sferrato un colpo dritto al cuore. Poi è fuggito, vagando per la città e decidendo di telefonare al 113. Il resto è il ritrovamento di Maria ormai senza vita e poi la caccia al suo assassino. Che ieri, alle 14, è stato fermato in pieno centro storico, in via Ramazzini in un quartiere frequentato da immigrati.

Non ha reagito ai carabinieri che lo hanno circondato. In caserma, interrogato dal magistrato, ha indicato dove aveva gettato il coltello. Che, ancora insanguinato, è stato ritrovato in un cestino dei rifiuti dietro il palazzo dove abitava Maria.

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