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Moggi si confessa: «Ho pensato di uccidermi»

Atteso come le stelle cadenti a San Lorenzo e puntuale come il susseguirsi delle stagioni, Luciano Moggi torna a parlare e a far parlare. E in questi tempi di sconvolgimenti climatici - per non essere da meno - l’ex direttore generale bianconero decide di maramaldeggiare a ruota libera, alternando riflessioni sul calcio a toccanti confessioni a cuore aperto. Discutere e far discutere, questa la missione. Poco importa se l’argomento sia il mercato-allenatori o il suicidio.
Già, perché è questa la rivelazione di giornata: «Sono un uomo di principi e ho anche pensato di uccidermi». Così, senza giri di parole, l’uomo considerato massimo colpevole del più grave scandalo calcistico degli ultimi vent’anni è intervenuto alla trasmissione di Italia 1 Il Bivio, dedicata al dramma di Julio Gonzalez (il calciatore del Vicenza vittima di un incidente stradale a cui fu amputato un braccio, ndr). «Solo la fede mi ha trattenuto dal farlo», ha poi chiosato commosso l’ex dirigente juventino, il quale aveva sollevato un polverone poco dopo le accuse formalizzategli, lanciando in lacrime strali contro quelli che gli avevano «ucciso l’anima».
Chiusa la parentesi esistenzialista e a suo modo drammatica, Moggi si è poi lanciato in un commento dell’attualità calcistica. Nel suo programma, in onda su Radio Kiss Kiss, è partito dall’alto. Ossia dalla fresca elezione di Michel Platini alla presidenza della Uefa. «Ho parlato con lui e l’ho sentito molto carico. Sono entusiasta di questa scelta - ha affermato Moggi -. Da giocatore ha sempre dimostrato fantasia e avrà modo di metterla in mostra anche nel suo nuovo ruolo. Credo sia l’uomo giusto al posto giusto».
Nel suo flusso di coscienza, da buon ex bianconero, Moggi non ha potuto esimersi dal commentare la situazione del campionato, e in particolare dell’Inter lanciata verso il successo: «È una stagione anomala per via delle penalizzazioni e Mancini lo vincerà da dominatore. Se fossi in lui - conclude Big Luciano -, a giugno andrei al Chelsea: provare un’altra esperienza potrebbe fargli bene».
Radio, tv, chiacchiere da bar o psicodrammi personali.

Moggi, invece, le esperienze mediatiche sembra averle provate già tutte.

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