Nostro inviato ad Åre
LItalia del gigante ha due volti sorridenti ma il sorriso di Denis Karbon è di gioia e quello di Alberto Schieppati di rabbia per la medaglia persa, lesatto opposto dellimpresa dellaltoatesina due sere fa, un bronzo vinto per 18 centesimi in meno e un argento perso per 12 in più, così come per 16 il milanese ieri si è classificato quinto e non terzo, un quinto posto che sarebbe il suo secondo miglior risultato di sempre ma che, ottenuto a un mondiale, conta ben poco. Alberto ha sbagliato allinizio della seconda manche «quando sono andato sulle code senza riuscire a riguadagnare subito la linea. Credevo di saltare e, comunque, ho perso almeno tre decimi e con essi una medaglia. Mi piange il cuore per il regalo che ho fatto. Mi successe già una volta in coppa, ma un podio iridato non passa spesso».
Ventisei anni a giugno, potrebbe prendere esempio dallo svizzero Cuche, terzo a 33. Insomma, ha un futuro che è poi il messaggio che manda Denis Karbon, 27 ad agosto, terza in Svezia dopo essere stata seconda nel 2003 a St.Moritz ed essersi un anno dopo fracassata per lennesima volta: «Per me ha più valore questa seconda medaglia perché lo scorso inverno faticavo a ritrovare la piena efficienza. Il segreto del mio sorriso? È un regalo della mamma. E mi accontento di quello che ho».
Nel bene e nel male: «Per quanti infortuni abbia patito, il bilancio è positivo. Io ho lo sci dentro, mi diverto, perché non dovrei sorridere? Ho dovuto tirare fuori subito la grinta: a 13 anni mi ero già rotta legamenti e femore.
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