A 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino potrebbe sorgere un altro muro in Europa. Questa volta tra Russia e Ucraina. Il premier ucraino Arseni Iatseniuk ha annunciato oggi al consiglio dei ministri un Progetto Muro per "costruire una vera frontiera con la Russia", Paese quest’ultimo che a suo avviso dovrebbe essere indicato come "aggressore" nella nuova dottrina di difesa ucraina. Lo scorso giugno l’oligarca Igor Kolomoiski, governatore di Dnipropetrovsk, aveva proposto al governo la costruzione di un muro lungo 1920 km al confine tra l’Ucraina e la Russia, con un costo stimato di 100 milioni di euro
Il presidente ucraino Petro Poroshenko e il leader del Cremlino Vladimir Putin parlando al telefono si sono accordati per un "cessate il fuoco permanente" nell’Ucraina orientale. Lo si legge nel sito della presidenza ucraina. Sarà la fine (vera) delle ostilità? Staremo a vedere. La leadership dell’autoproclamata repubblica di Donetsk si è dichiarata pronta a risolvere il conflitto con Kiev con mezzi politici se i militari ucraini cesseranno davvero il fuoco. I combattimenti tra miliziani separatisti e forze di Kiev andavano avanti ormai da mesi e la tregua, richiesta dal neoeletto Poroshenko, non aveva retto. Nelle ultime ore i media russi avevano parlato di una ritirata delle truppe di Kiev da Donetsk, mentre al summit Nato in programma domani e venerdì in Galles, l’Alleanza atlantica si prepara a nuove decisioni, dopo l’annuncio delle esercitazioni sul fronte Est in risposta alla crisi ucraina. Il portavoce del Cremlino precisa che nella telefonata tra Putin e Poroshenko non poteva essere concordato un cessate il fuoco nell’est dell’Ucraina, come annunciato da Kiev, in quanto Mosca non è parte del conflitto con i ribelli filo-russi.
L'Unione Europea e Stati Uniti cercano di "risolvere" il problema a colpi di sanzioni economiche. La lista di quelle nuove decise da Bruxelles è già pronta: si cerca di limitare ancor di più l'accesso delle banche e delle società finanziarie russe ai mercati di capitali. Tutto questo impedirà ai russi di offrire i loro titoli nei paesi Ue. Sprezzante il commento del vicepremier russo Dmitry Rogozin: "Tutte queste sanzioni non valgono un granello di sabbia della terra di Crimea, ora restituita alla Russia".
Tra le misure punitive contro Mosca spunta anche l'idea di boicottare i Mondiali di calcio, in programma in Russia nel 2018. Secondo il Financial Times l’ipotesi è allo studio in seno all’Unione europea e piace molto a paesi come Estonia e Lituania. Secondo il giornale britannico l’ipotesi (che non fa parte della lista di nuove sanzioni che i 28 sono pronti a varare entro la settimana), è emersa ieri in occasione di una riunione dei rappresentanti permanenti presso l’Ue. "Per la prima volta dall’inizio della crisi ucraina nove mesi fa - scrive il quotidiano della City - i diplomatici dell’Ue la stanno seriamente prendendo in considerazione". Tra le opzioni sul tavolo ieri circolava infatti l’ipotesi di sospendere la Russia da "eventi internazionali culturali, economici o sportivi di primo piano", tra cui le gare di Formula uno, le coppe europee di calcio o anche il prossimo mondiale di calcio
Non è la prima volta che lo sport viene stritolato dalla politica: dopo l’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Unione Sovietica, nel 1979, i paesi occidentali boicottarono le Olimpiadi del 1980, che si svolsero a Mosca. Quattro anni dopo l’Urss e i paesi del blocco di Varsavia si presero la rivincita boicottando i Giochi di Los Angeles del 1984. Toccherà prossimamente ai Mondiali di calcio?
538em;">Intanto è stata confermata oggi la morte in Ucraina di Andrey Stenin, un giornalista che lavorava per l'agenzia RIA Novosti e che da un mese era scomparso nell'Ucraina Orientale. Secondo il direttore della RIA, sarebbe morto mentre si trovava in auto nei pressi di Donetsk.
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