"Polacchi come i nazisti". E Varsavia non va al summit a Gerusalemme

La Polonia ha deciso di non inviare alcun rappresentante a Gerusalemme come risposta alle dichiarazioni del governo israeliano sulla complicità dei polacchi nello sterminio degli ebrei

"Polacchi come i nazisti". E Varsavia non va al summit a Gerusalemme

Il vertice fra i Paesi del Gruppo Visegrad e Israele è saltato. La polemica esplosa dopo le dichiarazioni del governo israeliano, che aveva accusato i polacchi di essere complici nell'Olocausto, è stata fatale per la buona riuscita del summit. La Polonia aveva prima deciso di non mandare il primo ministro Mateusz Morawiecki per protesta, e di inviare soltanto il ministro degli Esteri, Jacek Czaputowicz.

Il premier polacco, ripreso dall'emittente Tvp, ha detto: "Ho preso questa decisione a causa delle dichiarazioni di (Yisrael) Katz, nominato ministro degli Esteri, che ho trovato assolutamente inaccettabili, non solo a livello diplomatico ma anche nella sfera pubblica". Il primo ministro hdi Varsavia ha poi ribadito che i polacchi "sono state le persone più colpite, insieme agli ebrei e ai rom".

Poi oggi, la decisione di non inviare nessun rappresentante. Scelta che ha di fatto eliminato le possibilità di tenere il vertice. L'annuncio dell'annullamento dell'incontro è stato dato premier ceco Andrej Babis. Il quale ha aggiunto che, al posto del summit fra Visegrad e Israele, si terranno vari incontri bilaterali, sempre a Gerusalemme.

In Israele, infatti, sono già arrivati i capi di governo di Slovacchia e Ungheria, Peter Pellegrini e Viktor Orban. E l'idea è che, pur non essendoci un vero e proprio summit, si possano comunque avere discussioni con le autorità locali.

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