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Ad Auschwitz le doccette contro il caldo scatenano infelici parallelismi

Secondo i visitatori assomigliano troppo alle camere a gas. Ma il museo si difende: tuteliamo la salute dei turisti

Le doccette contro il caldo ad Auschwitz
Le doccette contro il caldo ad Auschwitz

Sono giorni di caldo intenso in Polonia e l'installazione di doccette a nebbia nei siti turistici non può che far piacere ai turisti, ansiosi di garantirsi un po' di frescura. Non, tuttavia, se questo succede nell'area museale dell'ex campo di concentramento di Auschwitz, scatenando paragoni poco felici.

Della decisione di installare le doccette all'ingresso del museo si sono lamentati in molti in questi giorni, facendo notare all'amministrazione che forse patire un po' di caldo è un'ipotesi accettabile se l'alternativa è quella di fornire, per rinfrescarsi, strumenti che troppo assomigliano a quelli utilizzati per uccidere migliaia di persone durante l'Olocausto.

"È stato un pugno nello stomaco - ha raccontato un visitatore, Meyer Bolka, al sito israeliano Ynet -. Sono andato alla reception e ho chiesto all'impiegata delle docce, mi ha risposto che la giornata era calda. Le ho detto: 'Con tutto il rispetto a me ricordano le camere a gas'".

Una nota del museo ha poi ribadito, ieri, la versione della donna, spiegando che le doccette vengono installate nei giorni più caldi dell'anno. "La salute dei visitatori è per noi la priorità e gli spruzzatori sono stati un grande aiuto", si legge nel comunicato, che spiega anche come in realtà non ci sia una somiglianza così forte con le camere a gas naziste.

Ma arrivare all'infelice parallelismo non è poi così difficile.

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