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Australia, catena di fast-food lancia panino dedicato a Pablo Escobar

In seguito alle proteste esplose in patria e all’estero, la ditta di Melbourne ha diffuso un comunicato in cui rivendica la libertà di trarre spunto “anche da figure controverse” pur di “fare presa sull’immaginario del pubblico”

Australia, catena di fast-food lancia panino dedicato a Pablo Escobar

Non si placano in Australia le polemiche scatenate dall’iniziativa di una catena di fast-food locale, bollata dai media come “diretta a celebrare Pablo Escobar”.

Una ditta di ristorazione con sede a Melbourne ha infatti di recente deciso di denominarsi Pablo's Escoburgers e di lanciare sul mercato un prodotto fortemente criticato dalla stampa: un “panino” dedicato a tale narcotrafficante colombiano, ucciso dalle forze di sicurezza di Bogotá nel 1993. Il controverso cheeseburger si chiama El patrón ed è ricoperto da farina bianca, la quale richiama la “cocaina”. Questo, inoltre, è infilzato da uno stecchino avvolto in una “finta banconota da un dollaro” sulla quale campeggia la “faccia” del criminale sudamericano.

In base a quanto riportato dagli organi di informazione australiani, i prodotti della catena Pablo's Escoburgers starebbero già riscuotendo un vero e proprio “successo”, tanto da indurre l’azienda a promettere nuove “sorprendenti” iniziative. Nonostante il tentativo del gruppo di Melbourne di presentare tale trovata come una “semplice strategia di marketing”, diverse associazioni nazionali e straniere hanno etichettato il lancio del cheeseburger in questione come un “elogio dei crimini di Escobar”.

Ad esempio, l’organizzazione umanitaria The Justice Project, anch’essa con sede a Melbourne, ha invitato la popolazione al “boicottaggio” dei prodotti di Pablo's Escoburgers. Tramite una nota, l’associazione ha quindi definito “estremamente pericolosa” la messa in commercio del cheeseburger El patrón, in quanto intesa a “spacciare per epopea romantica una sanguinosa esperienza criminale”.

Contro la trovata della catena di ristorazione si sono schierate anche le ong colombiane che raggruppano i familiari delle vittime del “signore della droga”. Le associazioni in questione sono infatti concordi nel denunciare la “natura offensiva” del panino incriminato e nell’esigere dall’azienda australiana l’“immediato ritiro” di tale prodotto dal commercio.

In seguito alle proteste esplose in patria e all’estero, la ditta di Melbourne ha diffuso un comunicato in cui rivendica la libertà di trarre spunto “anche da figure controverse” pur di “fare presa sull’immaginario del pubblico”. La catena di fast-food, dopo avere espresso “vicinanza” ai parenti delle vittime del narcotrafficante, ha rimarcato l’assenza di “qualsiasi intento offensivo” nella commercializzazione del cheeseburger incriminato. La nota termina con queste parole: “Siamo rammaricati che qualcuno si sia sentito insultato dalla nostra campagna pubblicitaria, ma questa si basa esclusivamente su un semplice gioco di parole. Non avevamo alcuna intenzione di celebrare la mafia. Non abbiamo fatto altro che elaborare una strategia comunicativa capace di incuriosire e attirare i consumatori.

Abbiamo soltanto esercitato il diritto alla creatività, garantito dall’ordinamento democratico australiano.”

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