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Autorità britanniche sotto accusa: "Insabbiati 2mila abusi su minori"

Nel 2010, il governo di Sua Maestà si era ufficialmente scusato con le vittime, ma, adesso, queste ultime reclamano risarcimenti "significativi"

Autorità britanniche sotto accusa: "Insabbiati 2mila abusi su minori"

Le istituzioni britanniche sono state accusate da diverse associazioni a difesa dei minori di avere insabbiato abusi sessuali perpetrati, dal 1945 fino ai primi anni Settanta, ai danni di migliaia di bambini. Teatro delle violenze sarebbero stati istituti scolastici sparsi in tutto l’ex Impero inglese. Le associazioni che salvaguardano il diritto delle vittime a ottenere un risarcimento per gli orrori subiti hanno denunciato le autorità di Londra davanti alla High Court of Justice del Regno Unito.

Subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, il Governo inglese approvò un programma di “soggiorno prolungato” all’estero rivolto agli orfani e ai bambini indigenti. Mediante tale programma, le istituzioni intendevano raggiungere molteplici obiettivi: offrire ai minori disagiati la possibilità di un futuro migliore in Paesi non devastati dal conflitto globale, ridurre i costi sociali e sanitari derivanti da una ingente popolazione minorile in stato di povertà assoluta e offrire ai Paesi del Commonwealth manodopera bianca a basso prezzo. Dal 1945 al 1971, nell’ambito del piano promosso dal Governo, 150mila bambini furono affidati a istituti scolastici situati in ex colonie dell’Impero: Australia, Canada e Rhodesia Meridionale (attuale Zimbabwe).

Sarebbero 2mila i “bambini migranti” vittime di violenze verificatesi all’interno degli istituti. Le vessazioni andavano dagli insulti alle molestie sessuali, dalla privazione di cibo ai lavori forzati nei campi. Dopo anni di silenzio, migliaia di soggetti abusati, attraverso le associazioni a tutela dell’infanzia, hanno fatto causa al Governo di Sua Maestà, intimandogli di predisporre, in tempi rapidi, un risarcimento “significativo”. Le istituzioni sono accusate di avere insabbiato lo scandalo e di non avere mai dato ascolto alle vittime. Alan Collins, membro del pool di legali incaricato di salvaguardare i diritti degli ex “bambini migranti”, ha lamentato il silenzio “sconcertante” osservato finora dalle autorità britanniche sulla vicenda: “Dal 1971, ogni Governo ha mantenuto il più stretto riserbo circa le violenze, non avviando alcuna indagine su quanto accaduto negli istituti sparsi nell’ex Impero. Migliaia di bambini che avevano abbandonato il proprio Paese sperando in un futuro migliore si sono ritrovati in un vero e proprio incubo. Oggi, sempre più sopravvissuti a quegli orrori stanno lasciando questo mondo. La battaglia per il risarcimento delle vittime deve concludersi al più presto con un ingente risarcimento imposto al Governo britannico.” L’avvocato ha esortato le autorità di Londra a dare prova di “senso della decenza” e di “spirito di umanità” presentando rapidamente, senza attendere l’intervento dei giudici, uno schema di compensazione mirante a sanare le ferite degli ex “bambini migranti”.

Il Primo Ministro Theresa May non ha ancora fornito commenti sullo “scandalo abusi”, mentre una prima dichiarazione sulla vicenda è stata rilasciata alla stampa da Matt Hancock, Ministro della Salute. Egli ha precisato: “Il Governo verrà presto incontro alle rivendicazioni delle vittime di abusi". Nel 2010, l’allora premier Gordon Brown si era pubblicamente scusato con gli ex “bambini migranti” sopravvissuti alle molestie.

Tuttavia, tali scuse non sarebbero mai state seguite da risarcimenti a vantaggio dei soggetti violentati.

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