In Brasile è allarme sicurezza: ​uccise 182 persone dalla polizia

I dati dei primi due mesi del 2017 sono molto preoccupanti perché testimoniano il consolidamento di una tendenza di aumento della letalità della polizia

In Brasile è allarme sicurezza: ​uccise 182 persone dalla polizia

Prima una bambina di 13 anni centrata da tre proiettili dell’arma di ordinanza di un poliziotto mentre era a scuola. Poi le immagini che immortalano due poliziotti mentre freddano con colpi di fucile a bruciapelo due giovani agonizzanti dopo essere rimasti feriti nel corso della precedente sparatoria. Questa la triste cronaca di quarantott’ore di ordinario inferno a Rio de Janeiro. Due giorni, gli ultimi del mese di marzo, nel quale si sono contate soltanto le ultime tre vittime della polizia militare di Rio de Janeiro, forza di sicurezza con il più alto tasso di letalità al mondo. I due episodi, registrati in aree attualmente tra più delicate della sicurezza carioca, come quelle di Costa Barros, Acari e Pavuna, mettono a nudo in tutta la sua drammaticità l’emergenza sicurezza a Rio de Janeiro. Numeri che non fanno altro che allungare una lunga lista di morte: 182 vittime da parte delle forze dell’ordine solo nei primi due mesi dell’anno. La media di tre morti ammazzati al giorno. E così, a poche settimane dal durissimo e inedito richiamo da parte della Corte Interamericana dei Diritti Umani che ha chiesto al Brasile spiegazioni e soluzioni in merito all’incredibile situazione carceraria, a essere chiamata in causa stavolta è Stata l’Onu. Amnesty International e l’Ong Justica Global hanno invocato l’aiuto delle Nazioni Unite perché sanzionino il Paese per la gravissima situazione della pubblica sicurezza a Rio de Janeiro. Archiviate le olimpiadi e il piano di pacificazione delle favelas con la Upp, fallito a ridosso dell’appuntamento olimpico, i primi due mesi dell’anno sono stati caratterizzati da incursioni frequenti e violente da parte della polizia in favelas. Tanto che solo a gennaio e febbraio sono stati registrati 182 casi di omicidio a seguito di un intervento di polizia.

Con un aumento del 78% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: passando infatti dai 49 di febbraio 2016 agli 84 di febbraio 2017. Il numero di persone morte nel corso delle operazioni di polizia è aumentato ogni anno, con un significativo balzo in avanti tra i 580 morti del 2014 e i ben 920 del 2016. I dati dei primi due mesi del 2017 sono molto preoccupanti perché testimoniano il consolidamento di una tendenza di aumento della letalità della polizia. “Le autorità dello Stato di Rio hanno piena conoscenza delle gravi violazioni dei diritti umani commessi da parte della polizia a Rio de Janeiro e non fanno nulla a riguardo. La polizia militare – afferma Renata Neder, responsabile diritti umani di Amnesty International Brasile - insiste a portare avanti operazioni di contrasto motivate come guerra alla droga, la polizia civile non investiga le morti e il “ministero pubblico” non onora il suo obbligo costituzionale di controllo esterno delle attività di polizia. Le autorità – conclude Neder- sono responsabili di queste morti e le loro omissioni alimentano il ciclo della violenza della polizia”. Si scaglia contro lo Stato di Rio, anche la Ong Justiça Global che denuncia la “logica di sterminio e repressione” direttamente all’Onu, inviando un’informativa alla segreteria per le Esecuzioni extragiudiziarie sommarie e arbitrarie, con l’auspicio “che il Brasile sia denunciato internazionalmente per le chiare violazioni di diritti umani che vengono commesse”. La segreteria di Pubblica Sicurezza, si legge in una nota, “deve essere responsabilizzata per questi atti. Le vittime hanno nome, età, famiglia e una storia che è stata brutalmente interrotta. Queste morti sono diretta responsabilità di uno stato che coltiva la guerra, l’oppressione e il genocidio”.

Il documento inviato all’Onu, mette il luce come, soprattutto a Rio de Janeiro, si sia portata avanti una politica sempre più stringente di militarizzazione di incarceramento di massa some ipotetica soluzione per i problemi di sicurezza pubblica. Quello che si vede però, al netto della mancanza di risultati positivi, è solo l’aumento della letalità della polizia e del numero di morti in generale, così come le sparizioni sospette. E in questa logica si inseriscono i casi gravi degli ultimi giorni. Tra il 2009 e il 2015, le polizie brasiliane hanno ucciso 17,688 civili. Ed è importante sottolineare come la vittimologia lasci emergere il razzismo strutturale nel Paese. Il numero di omicidi di neri infatti è cresciuto del 9,9% tra il 2003 e 2014, quello di bianchi è diminuito del 27,1%. I dati mostrano che i neri muoiono 2,6 volte più dei bianchi per armi da fuoco, e che il 94% delle vittime sono uomini.

La coordinatrice dell’area Violenza istituzionale e sicurezza pubblica di Justiça Global, Isabel Lima sottolinea "É importante richiamare l’attenzione sull’importanza dell’obbligo di investigazione e responsabilità nei casi di esecuzioni sommarie. Gran parte delle denunce finiscono infatti archiviate. E la comunità internazionale deve sapere.

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