Ancora la Francia nel mirino. Dopo Charlie e Bataclan è il turno di Nizza. Torna la paura tra i francesi che non riecsono ad abituarsi ad un terrore che non li ha abbandonati dal gennaio 2015. Insomma la Francia ha vissuto ancora una volta una notte di terrore. I francesi portano ancora i segni delle altre stragi di questi ultimi mesi e adesso la scia di sangue diventa davvero senza fine.
Era il 7 gennaio 2015, 11.30, un giorno come tanti per i giornalisti raccolti nella riunione di redazione, in quegli istanti, due individui a volto coperto, armati di AK-47, si addentrano negli uffici in Rue Nicolas Appert, nel centro di Parigi, prendono in ostaggio la disegnatrice Corinne Rey, dichiarando di essere affiliati di Al Qaeda e costringendola a inserire il codice numerico di accesso alla sede del giornale. “Allāhu Akbar” e iniziano ad esplodere colpi di arma da fuoco all’interno dell’edificio. Muoino 12 persone, sono: Stéphane Charbonnier (Charb), direttore e disegnatore del giornale; i vignettisti Jean Cabut (Cabu), Georges Wolinski, Bernard Verlhac (Tignous) e Philippe Honoré; Mustapha Ourrad, curatore editoriale; Elsa Cayat, psichiatra e giornalista; Bernard Maris, economista professore all'Università di Parigi; Michel Renaud, fondatore del festival Rendez-vous du Carnet de voyage; Frederic Boisseau, addetto alla manutenzione.
Moussa Coulibaly aggredisce, armato con un coltello, tre militari davanti la sede di una comunità ebraica di Nizza. Sventato un nuovo attacco con l’arresto di uno studente di informarica, Sid Ahmed Ghlam: era in possesso di un arsenale di guerra. A bordo del treno Amsterdam-Parigi vengono ferite tre persone, ad agosto, quando un marocchino apre il fuoco sul Tgv.
La sera del 13 novembre, venerdì, iniziano una serie di sparatorie in diversi centri della capitale francese, nonostante l’istallazione di un dispositivo di massima allerta attivo su tutta Parigi per un duplice allarme bomba rilevato nel corso della giornata.
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