L'incontro di sabato prossimo entrerà nella storia. Il presidente cinese Xi Jinping e quello taiwanese Ma Ying-jeou si vedranno a Singapore, dopo la divisione del 1949. I due leader si rivolgeranno l’uno all’altro con l’appellativo di "signor". Ad annunciarlo è Zhang Zhijun, capo dell’Ufficio per gli affari taiwanesi di Pechino in una dichiarazione riportata oggi dall’agenzia Nuova Cina. Da 66 anni la Cina rivendica la sovranità su Taiwan, che è di fatto indipendente dal 1949, mentre Taiwan, il cui nome ufficiale è Repubblica di Cina, non ha mai riconosciuto la Repubblica popolare cinese. Di conseguenza nessuno dei due partecipanti all’incontro può rivolgersi all’altro chiamandolo "presidente". Nuova Cina precisa che l’appellativo usato dai due presidenti sarà quello di "xiansheng" (signore, in cinese).
Zhang fa sapere che l’incontro sarà una pietra miliare nei rapporti "tra le due sponde dello stretto di Taiwan", l’espressione che viene generalmente usata dai diplomatici per evitare di sottintendere un riconoscimento formale dell’altra parte. Nonostante queste difficoltà politiche, le relazioni commerciali ed economiche tra le due parti sono ottimi e hanno avuto un ulteriore sviluppo nel periodo nel quale Ma Ying-jeou è stato presidente.Si parlerà del mantenimento della pace e della stabilità nello stretto e il vertice si svolgerà in base al principio della "unica Cina" concordato tra le due parti nel 1992, a cui però Pechino e Taipei danno significati differenti.
Scettica l’accoglienza della notizia da parte dell’opposizione di Taiwan, guidata dal Partito democratico progressista. Chen Yun-peng, portavoce del partito, su posizioni più indipendentiste rispetto al Kuomintang, ha definito "discutibile" la tempistica dell’evento e ha chiesto al presidente Ma di spiegare la scelta del 7 novembre prossimo come data per l’incontro, che secondo l’ufficio presidenziale avrà lo scopo di solidificare i rapporti tra i due lati dello stretto di Formosa e mantenere lo status quo tra Pechino e Taipei. L’ufficio di Ma ha sottolineato che in occasione dell’evento non verranno firmati accordi, né diramati comunicati congiunti. I due leader, hanno aggiunto le fonti, dovrebbero avere uno scambio di vedute sul consolidamento della pace nel tratto di mare che separa Taiwan dalla Cina continentale. Molti taiwanesi non si fidano però di Pechino, che continua a considerare il loro paese una provincia ribelle. Del resto l’agenzia ufficiale cinese Xinhua ha sottolineato che l’incontro si svolgerà "in accordo con il principio di una sola Cina".
Studenti protestano a Taipei
Centinaia di persone, fra cui molti studenti, hanno protestato oggi davanti al parlamento di Taipei contro lo storico incontro di sabato. A guidare la protesta è Huang Kuo-chang, candidato alle prossime elezioni parlamentari e leader del "movimento dei girasoli" che nel 2014 si è opposto ad un accordo commerciale con la Cina. Il presidente Ma "sta svendendo" la sovranità di Taiwan, "è un colpo alla nostra democrazia", ha detto ai giornalisti Yung-Ming Hsu, analista dell’università taiwanese di Soochow, che era fra i manifestanti. Altri esponenti di Taiwan hanno accolto con cautela la notizia bomba dell’incontro, il primo della storia. Il sindaco di Taipei, Ko Wen-je ha esortato il presidente Ma alla prudenza e sottolineato che l’annuncio di ieri è giunto troppo a ridosso dell’evento di sabato. I colloqui si dovranno svolgere in base a principi di "parità e dignità", ha avvertito lo speaker del parlamento Wang Jin-pyng, pur aggiungendo che "il parlamento sostiene ogni dialogo che aiuti a la pace nello stretto e la stabilizzazione regionale".
Gli Stati Uniti hanno salutato la notizia del vertice, sottolineando il loro "profondo e durevole interesse nello Stretto di Taiwan.
I benefici che gli stabili e positivi legami attraverso lo stretto hanno portato alle due parti che si affacciano sullo Stretto di Taiwan, gli Stati Uniti e la regione sono enormi", ha detto la portavoce del dipartimento di Stato, Elizabeth Trudeau.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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