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In Siria collaborazione con i russi? Per ora Washington risponde picche

La Difesa a Mosca apre ad azioni condivise, l'America è chiara: "Strategia sbagliata, ma canale aperto per la sicurezza dei piloti"

Tecnici dell'aeronautica russa al lavoro alla base siriana di Latakia
Tecnici dell'aeronautica russa al lavoro alla base siriana di Latakia

Sembrano ancora tutt'altro che conciliabili le posizioni ufficiali di Stati Uniti e Russia sulla guerra civile siriana. Se da un lato c'è Washington che vede per il Paese mediorientale un futuro senza Bashar al-Assad, dall'altro a Mosca si spinge perché il presidente, alleato di Putin, resti al suo posto. Due punti di vista difficili da far combaciare, ma che devono tener conto del reciproco impegno militare, con attacchi aerei che si susseguono in un cielo sempre più affollato.

In Siria sono in azione i caccia russi, ma anche quelli americani, senza dimenticare che la coalizione che fa capo alla Casa Bianca ha schierato altri velivoli. E se gli australiani hanno deciso di tenere i propri piloti a terra - pur suggerendo che l'ingresso in campo dei russi non ha nulla a che fare con questa decisione - un motivo ci sarà.

Il ministro della Difesa di Putin, Serghiei Shoigu, ha detto oggi che Mosca è pronta a coordinarsi con il Pentagono sulla lotta contro il sedicente Stato islamico e chiarisce che i primi contatti ci sono già stati. Ma è il suo omologo statunitense a rispondere picche, dicendo da Roma che "la Russia sta seguendo una strategia sbagliata".

Nessuna collaborazione? Ashton Carter sostiene di non avere "ricevuto alcuna richiesta" in questo senso e le sue parole sembrano di fatto echeggiare punti di vista che l'amministrazione americana ha già espresso nelle scorse settimane, quando precisa solo: "Continueremo a discutere sulle regole di sicurezza professionale per i nostri piloti". E per questo a tenere aperto un canale di comunicazione.

Parlando di errori nell'approccio strategico di Mosca, Carter ha reiterato l'accusa per cui i russi starebbero prendendo di mira anche "altri gruppi" e non soltanto il sedicente Stato islamico.

Se voci si sono levate nei giorni scorsi a dire che anche i "moderati" sono finiti nel mirino dei caccia, di certo gli aerei dispiegati in Siria hanno preso di mira anche altri gruppi islamisti e jihadisti, come dimostra la frequenza dei raid nella zona di Idlib, da tempo nelle mani di una coalizione anti-governativa di cui fanno parte anche gli uomini di al-Nusra (al-Qaida in Siria).

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