Coronavirus

Dengue, quell'altra epidemia dall'Asia che ritorna a causa del Covid

La febbre dengue starebbe proliferando in contemporanea con il Covid a causa dei sempre maggiori accumuli di acqua stagnante nelle strade

Dengue, quell'altra epidemia dall'Asia che ritorna a causa del Covid

L’epidemia di coronavirus starebbe paradossalmente favorendo lo sviluppo di un’altra malattia infettiva e mortale: la febbre dengue. Le restrizioni in vigore nel mondo con lo scopo di prevenire i contagi di Covid sarebbero appunto condizioni propizie per un’epidemia della seconda patologia, che, al pari del morbo di Wuhan, non è ancora prevenibile con un apposito vaccino. La dengue, che viene trasmessa da particolari zanzare e i cui sintomi sono febbre alta, eruzioni cutanee e dolori articolari, starebbe attualmente infuriando soprattutto nel Sudest asiatico, ancora afflitto da focolai di coronavirus e dalle relative quarantene precauzionali.

In particolare, fa sapere The Independent, le nazioni dell’Asia sudorientale che, in contemporanea con l’epidemia di Covid, stanno scontando un drammatico incremento di infezioni da dengue sono Singapore, l’Indonesia e la Malesia.

Nella città-Stato, ad esempio, è stata accertata, nella seconda settimana di questo mese, la cifra-record di 165 malati di dengue in un solo giorno, mentre gli indonesiani colpiti dalla medesima infezione virale sono ad oggi 64.251, con un aumento del 60% rispetto a giugno del 2019. L’isola di Bali, una delle principali località turistiche dell’arcipelago islamico, conta essa sola quasi 9mila malati per tale patologia.

La proliferazione dei contagi di dengue potrebbe essere dovuta, rimarca l’organo di informazione britannico, al fatto che, con la popolazione locale chiusa in casa in ottemperanza alle restrizioni vigenti contro la diffusione del Covid, nelle città del posto starebbe rallentando la pulizia delle strade urbane. Di conseguenza, nei vicoli e nei quartieri delle città del Sudest asiatico abbandonati all’incuria si starebbero formando consistenti accumuli di acqua stagnante e di detriti, ossia tutte condizioni ambientali adatte alle nidiate di zanzare di specie Aedes aegypti, proprio quelle che trasmettono la dengue.

Sulle presunte connessioni tra l’imposizione dei divieti anti-coronavirus e l’impennata di casi di dengue è quindi intervenuto Cameron Simmons, docente dell’università di Melbourne citato dalla testata d’Oltremanica: “Le quarantene stanno costringendo a casa più persone del dovuto. Anche se non è ancora emersa una prova chiara di un legame diretto, gli stessi isolamenti obbligatori potrebbero però avere creato un contesto che vede le zanzare interagire maggiormente e più del normale con le persone”.

Mentre le due epidemie si intrecciano, alcune istituzioni governative del Sudest asiatico si stanno attrezzando per fronteggiare la situazione.

Una di queste è l’agenzia per la Protezione ambientale di Singapore, che, fa sapere sempre il giornale online londinese, sta mettendo a punto una strategia diretta proprio a combattere la diffusione della dengue mantenendo inalterate le restrizioni già disposte contro i contagi di Covid.

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