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Così i terroristi sfruttano il cavallo di Troia dell'accoglienza

Secondo fonti spagnole al vertice dell'organizzazione che infiltra i terroristi dell'Isis fra i migranti ci sarebbe Abu Ahmad, già fra le menti degli attentati di Parigi del novembre scorso

Così i terroristi sfruttano il cavallo di Troia dell'accoglienza

I terroristi dello Stato Islamico sfrutterebbero le maglie nella rete dell'accoglienza per introdursi in Europa come finti richiedenti asilo, grazie anche alla generosità delle ong che si spendono per i diritti umani.

Secondo un'indagine dei servizi segreti di diversi Paesi europei, scrive il quotidiano spagnolo La Razón, le alte sfere del Califfato stanno elaborando una strategia per infiltrare propri uomini nei campi di accoglienza di mezza Europa, dove ottenere dei telefoni cellulari distribuiti ad altri rifugiati da esponenti delle ong. Secondo fonti di sicurezza citate dal giornale iberico, finora sono già stati segnalati almeno dieci casi del genere, ma si sospetta che possano essercene molti di più.

L'intricata rete che connette terrorismo e migrazioni prevede diverse tappe sulla strada dei rifugiati verso l'Europa. Al vertice dell'organizzazione ci sarebbe, tra l'altro, un tale Abu Ahmad, che fornirebbe agli ultimi arrivati i contatti di altri abitanti dei campi di accoglienza, disposti a fornire telefoni cellulari a quelli che - spesso anche in buona fede - credono essere disperati in fuga dalla guerra.

A dicembre 2015 la polizia austriaca aveva arrestato in un campo profughi vicino a Salisburgo l'algerino Adel Haddadi e il pachistano Muhamad Usman: due sospetti terroristi in possesso di telefoni austriaci, greci, italiani, britannici, spagnoli, francesi, tedeschi, belgi e turchi. Una vera e propria babele telefonica, che ha svelato particolari interessanti: i due, che a settembre si incontrarono in Siria con Abu Ahmad, non presero parte agli attacchi di Parigi solo perché fermati dai funzionari di Frontex in Grecia (anche se successivamente vennero scarcerati da un tribunale ellenico).

I due vennero trovati in possesso dello stesso numero di telefono rinvenuto fra gli effetti personali di uno dei kamikaze fattisi esplodere allo Stade de France la sera del 13 novembre 2015: lo stesso numero, ancora una volta, che fu trovato dalla polizia belga durante un blitz antiterrorismo effettuato a Villiers nel gennaio 2015.

Le tracce - nemmeno troppo sbiadite - di una prima rete di infrastrutture creata ad hoc dai terroristi appena sbarcati in Europa. Grazie alla generosità di un'altra rete, ignara di essere sfruttata dai tagliagole.

Quella dell'accoglienza.

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