Così l'embargo alla Nato mette in ginocchio le nostre imprese

La guerra della Nato a Putin la pagano le imprese italiane. E la Lega chiede alla Regione fondi per le aziende lombarde e maggiori sforzi per escludere i nostri prodotti dal blocco

Così l'embargo alla Nato mette in ginocchio le nostre imprese

La guerra tra Russia e Ucraina, con l'inasprirsi delle sanzioni Nato e l'embargo disposto da Mosca verso i Paesi ritenuti fiancheggiatori di Kiev (tra cui anche l'Italia), la pagano le imprese italiane, soprattutto quelle del Nord.

Sono infatti almeno 200 milioni all'anno i danni diretti solo per il settore del Made in Italy agroalimentare, che l'anno scorso aveva esportato prodotti verso la Russia per una cifra record di 706 milioni di euro. A questi vanno aggiunti i danni indiretti, dato che l'Italia potrebbe diventare mercato di sbocco dei prodotti comunitari ed extracomunitari ora rifiutati dalla Russia con un ulteriore deprezzamento dei prezzi delle merci che penalizzerebbe ulteriormente il nostro mercato.

Per questo i consiglieri della Lega Nord in Regione Lombardia hanno presentato al Consiglio Regionale una mozione a favore delle imprese lombarde danneggiate dall'embargo russo.

"Sono evidenti i riflessi negativi sull'economia italiana in generale, e lombarda in particolare", scrivono i consiglieri in un documento in cui chiedono alla Regione di "individuare, tramite risorse proprie o derivanti da altre fonti nazionali ed europee, ulteriori fondi da destinarsi ad alleggerire l'impatto dell'embargo per i prodotti lombardi coinvolti nel blocco delle importazioni" e di rafforzare i rapporti diplomatici "affinché siano mantenuti i raporti istituzionali e commerciali con le regioni e i diversi territori russi, sostenendo anche l'attività delle associazioni di prodotto e dei Consorzi di tutela lombardi affinché i prodotti regionali vengano esclusi dalle misure di blocco".

Parallelamente la Lista civica "Maroni presidente" ha presentato una mozione per impegnare la Regione a sostenere i popoli vittime di discriminazioni e violenze in

Ucraina, anche attraverso il coinvolgimento di Federica Mogherini "affinché venga data piena attuazione al principio dell'autodeterminazione dei popoli al fine di riportarela pace a livello internazionale".

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