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Danimarca, governo fissa l'obiettivo di "zero richiedenti asilo" nel Paese

Il 2020 ha rappresentato per la Danimarca l’anno in cui si è registrato il più basso numero di richiedenti asilo accolti nel Paese dal 1998

Danimarca, governo fissa l'obiettivo di "zero richiedenti asilo" nel Paese

Il primo ministro danese, Mette Frederiksen, ha presentato ieri al parlamento nazionale l’obiettivo perseguito dal suo governo, per quest’anno, in ambito migratorio, consistente nel raggiungimento del traguardo di “zero richiedenti asilo” nel Paese. La premier socialdemocratica, in carica dal 2019, ha infatti chiarito che il proprio esecutivo mirerà, per tutto il 2021, a scoraggiare l’arrivo in territorio danese di aspiranti rifugiati, di clandestini e di stranieri che intendono usufruire dell’istituto del ricongiungimento familiare. La Danimarca, in realtà, si è sempre caratterizzata, a prescindere dal colore politico dei suoi governi, per un approccio molto rigoroso sul fronte-immigrazione, differenziandosi di conseguenza dagli altri Stati scandinavi, molto meno rigidi sulla medesima questione. A dimostrazione del consolidato approccio severo di Copenaghen in ambito migratorio può essere preso il dato dei migranti accolti dalle autorità danesi nel 2015, ossia al culmine della crisi dei profughi abbattutasi sull’Ue. In quell’anno, le istituzioni danesi, guidate da un partito diverso da quello della Frederiksen, hanno appunto ammesso nel Paese 21,300 richiedenti asilo, una cifra pari a un ottavo del totale di immigrati accolti allora dalla vicina Svezia.

Nel suo recente discorso al parlamento nazionale, la Frederiksen ha quindi presentato ai deputati l’obiettivo “zero richiedenti asilo”, che la propria compagine governativa si impegnerà a raggiungere nel corso di quest’anno. La premier ha comunque pubblicamente ammesso la portata eccessivamente ambiziosa della medesima meta, riconoscendo di non potere realizzare in pieno tale promessa. Tuttavia, lei ha assicurato che il suo esecutivo metterà in campo tutti i provvedimenti e gli sforzi possibili per avvicinarsi a tale stimolante traguardo, cercando di concretizzare quanto più possibile la medesima promessa. A giustificazione della scelta di fissare l’obiettivo di “zero richiedenti asilo”, la premier di sinistra, inflessibile sul fronte-immigrazione, ha presentato la necessità di preservare la stabilità e la coesione sociali nel Paese, dichiarando: “Dobbiamo essere attenti affinché non entrino in Danimarca troppe persone, altrimenti la nostra coesione sociale rischia di non sopravvivere”.

Oltre a illustrare ai deputati l’ambizioso traguardo citato, la Frederiksen ha avuto modo di fornire al parlamento gli ultimi dati sui risultati della propria politica rigorista in campo migratorio, ossia i dati sugli arrivi di aspiranti profughi registrati in tutto l’anno appena trascorso. La premier socialdemocratica ha infatti rimarcato davanti all’assemblea legislativa che, nel 2020, sono stati ammessi in territorio danese appena 1,547 richiedenti asilo, la cifra più bassa dal 1998. Per fare un paragone, il Regno Unito del premier conservatore Boris Johnson ha invece accolto, sempre nel 2020, 32,423 aspiranti rifugiati.

Il brusco calo di richiedenti asilo ammessi in Danimarca lo scorso anno, in realtà, non sarebbe esclusivamente il risultato delle stringenti politiche promosse dalla Frederiksen, ma anche del blocco degli spostamenti internazionali di persone causato dalla pandemia. Mattias Tesfaye, ministro dell’Immigrazione nonché membro di un partito di sinistra, ha invece attribuito ieri esclusivamente ai provvedimenti adottati dall’esecutivo nazionale in ambito migratorio tale crollo degli arrivi di stranieri in Danimarca. Il ministro ha inoltre ribadito l’impegno dell’esecutivo Frederiksen a riportare ordine e legalità sempre sul fronte-immigrazione integrando con più veloci espulsioni dei clandestini presenti nel Paese la chiusura dei confini nazionali ai richiedenti asilo.

Tesfaye ha appunto assicurato che verranno attuate delle espulsioni sospese dal 2019, ai danni di cittadini siriani a cui è stato negato in precedenza il possesso dei requisiti per ottenere asilo politico in Danimarca. Tali espulsioni erano rimaste finora inapplicate per scarsa collaborazione tra le autorità di Copenaghen e il regime siriano di Assad, ma il ministro di sinistra ha garantito che quest’anno verranno espulsi dalla Danimarca tutti gli stranieri che non hanno diritto a rimanervi. Sempre Tesfaye ha infine evidenziato i benefici derivanti della linea dura governativa sul fronte-migranti: “Un calo progressivo dei richiedenti asilo significa, a parità di condizioni, meno spese per l’esame delle istanze di protezione internazionale, per l’accoglienza degli aspiranti rifugiati nonché per attuare i provvedimenti di espulsione nei confronti degli stranieri non legittimati a ricevere asilo politico.

Grazie a tali risparmi, possiamo spendere quei soldi per l’assistenza sociale ai cittadini danesi e per aiutare le vittime delle guerre direttamente nei Paesi stranieri interessati dai conflitti”.

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