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Centinaia di morti nell'attacco a una moschea nel Sinai egiziano

Attacco tra i più sanguinosi nella storia egiziana. "Spari anche sulle ambulanze"

Centinaia di morti nell'attacco a una moschea nel Sinai egiziano

Continua a salire il numero delle vittime in un attacco che oggi ha colpito la moschea al-Rawda a Bir al-Abed, un villaggio di poche migliaia di abitanti a est di Arish nella penisola del Sinai egiziano.

Un bilancio che al momento, con aggiornamenti che arrivano di minuto in minuto, colloca a 235 i morti nell'attacco più sanguinoso nella storia del Paese. Mai tanti, nemmeno quando un aereo di linea russo decollato da Sharm el-Sheikh precipitò nella stessa regione nel 2015, in quello che fu come definito un attacco terroristico e rivendicato dalla fazione locale dell'Isis.

Sono i media statali a confermare le cifre, mentre l'agenzia ufficiale Mena aggiunge che più di cento sono le persone che sono rimaste ferite in un attacco iniziato quando un commando ha piazzato degli ordigni, per poi iniziare a sparare raffiche all'impazzata sui fedeli, riunitisi alla moschea per la preghiera centrale del venerdì, la più importante della settimana per i musulmani.

Secondo quanto riferito al quotidiano in lingua inglese Daily News Egypt dal responsabile dei soccorsi, Ahmad al-Ansari, i terroristi hanno aperto il fuoco anche sulle ambulanze arrivate sul luogo dell'attacco, ostacolando così il lavoro dei soccorritori che sono riusciti tuttavia a raggiungere la moschea.

Mentre ancora manca una rivendicazione del sanguinoso attentato le autorità hanno già dichiarato tre giorni di lutto nazionale. La moschea presa di mira è legata al misticismo sufi, che più volte è finito nel mirino dei jihadisti, che vedono nella "terza corrente" dell'islam un culto eretico e da estirpare.

Da anni nella penisola del Sinai è in corso un'operazione anti-terrorismo lanciata dalle forze governative, per respingere un'insurrezione di stampo islamico che dal 2013 in poi, dopo che i militari hanno rovesciato il governo eletto e guidato dai Fratelli musulmani, ha iniziato a colpito più duramente e di frequente.

La regione vive da tempo in stato d'emergenza e le vittime tra civili, militari e uomini della polizia si contano a centinaia. Negli scorsi anni nel mirino - non solo nel Sinai - sono finiti tanto i musulmani quanto i cristiani copti. Decine i morti negli attacchi alla chiese della minoranza messi a segno la Domenica delle palme a Tanta e ad Alessandria.

Militanti affiliati all'Isis hanno uccisi a settembre almeno 18 poliziotti, attaccando un convoglio nella zona di Al-Arish, città sulla strada che porta al valico con la Striscia di Gaza, che avrebbe dovuto essere riaperto domani per tre giorni, nell'ambito di negoziati in corso al Cairo tra le diverse fazioni politiche palestinesi.

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