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El Chapo, un testimone lo accusa: "Drogava e stuprava delle minorenni"

Secondo la testimonianza di un suo ex collaboratore, il leader del cartello di Sinaloa si faceva mandare le foto delle minorenni per scegliere con quali fare sesso. Per ognuna avrebbe pagato circa 5mila dollari. Ma la documentazione non è stata ammessa al processo e la difesa nega le accuse

El Chapo, un testimone lo accusa: "Drogava e stuprava delle minorenni"

Le considerava "vitamine" per mantenersi giovane. E, secondo la ricostruzione di un suo ex collaboratore, prima di violentarle dava loro "una sostanza in polvere" per stordirle. Erano tutte molto giovani, alcune avevano anche solo 13 anni. A riportare alla luce un'altra parte della vicenda personale e giudiziaria di Joaquín Guzmán, che tutti conoscono come El Chapo, è stato un testimone. Si tratta di Alex Cifuentes, tra gli ex segretari del leader del cartello di Sinaloa e, per anni, suo fornitore di cocaina.

Chi è Cifuentes

Il testimone, spacciatore 50enne che iniziò a fare il trafficante all'età di 10 anni, è stato arrestato in Messico nel 2013 ed è stato espulso dalla Colombia ed estradato negli Stati Uniti. Detenuto in America, oggi collabora con il governo in cambio di un'eventuale riduzione di pena. E della vita privata di Guzman sembra conoscere abbastanza.

Le ragazze fornite da "Comadre Maria"

Secondo la sua ricostruzione, un luogotenente di El Chapo, noto come "Comadre Maria", inviava regolarmente al leader di Sinaola immagini di ragazzine: Guzman le sceglieva, ciascuna in cambio di circa 5mila dollari, le riceveva e con loro aveva rapporti sessuali. Il testimone avrebbe raccontato alle autorità americane di aver usufruito del servizio in qualche occasione e che aveva visto spesso il famoso narcotrafficante fare altrettanto. Sempre secondo quanto raccontato da Cifuentes, Comadre Maria sarebbe anche la figura a cui era stato dato l'incarico di consegnare 100 milioni di dollari come tangente all'ex presidente del Messico, Enrique Peña Nieto.

El Chapo nega le accuse

"Joaquin nega le accuse, che non sono state confermate e sono state giudicate troppo dannose e inaffidabili per essere ammesse al processo", ha replicato l'avvocato di El Chapo, Eduardo Balarezo. Tramite un comunicato stampa, Guzman avrebbe anche criticato la scelta della pubblicazione della documentazione. Questi ultimi particolari sono stati definiti dalla difesa del narcotrafficante "estremamente oscene", "non comprovate" e "abbastanza inaffidabili da non essere ammesse al processo".

Testimonianza fuori dal processo

L'ex collaboratore di Guzman, che visse con lui sulle montagne di Sinaloa tra il 2007 e il 2008, non avrebbe infatti menzionato nessuno di questi episodi durante i quattro giorni di testimonianze nel processo, terminato givoedì dopo tre mesi di audizioni. La pubblicazione dei documenti, che era finora rimasta segreta, è però avvenuta grazie a un ricorso dei media statunitensi, che durante tutto il processo si sono battuti contro la segretezza che ha ricoperto l'intera vicenda giudiziaria che riguarda El Chapo. I giurati, che non possono leggere nulla di quanto appare sui giornali o in televisione, non potranno tenere conto di queste informazioni quando, a partire da domani, cominceranno a discutere se il leader del cartello di Sinaloa è colpevole oppure no di aver trafficato centinaia di tonnellate di droga con gli Stati Uniti.

Se colpevole, Guzman potrebbe essere condannato all'ergastolo.

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