Mondo

La "svolta" di Erdogan sugli armeni: aperti gli archivi turchi

Erdogan, dopo avere ultimamente annunciato l’apertura degli archivi di età ottomana agli storici di tutto il mondo, ha accusato con forza l’Occidente di “ipocrisia”

La "svolta" di Erdogan sugli armeni: aperti gli archivi turchi

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha di recente operato una svolta nel quadro della controversia sul genocidio armeno, dichiarandosi disposto ad aprire gli archivi del suo Paese agli storici di tutto il mondo.

Ad avviso della storiografia occidentale, il Paese anatolico avrebbe organizzato, durante la Prima guerra mondiale, il “primo genocidio del Ventesimo secolo”, ossia la morte di un milione e mezzo di Armeni. Il leader di Ankara aveva finora costantemente rigettato tali ricostruzioni storiche, bollandole come offensive verso la dignità turca e attribuendo tali decessi a una “guerra civile” esplosa nel 1915 nell’allora Impero ottomano. Tuttavia, Erdogan ha recentemente dichiarato di essere disposto ad aprire il suo Paese a un’indagine indipendente sui travagli subiti dal popolo armeno nel Novecento.

In un discorso pronunciato in questi giorni durante un convegno sull’archivistica tenutosi ad Ankara, il leader dell’Akp ha annunciato di volere fare esaminare a studiosi di tutto il mondo i documenti redatti dall’amministrazione ottomana negli anni del controverso genocidio. Il presidente anatolico ha infatti esortato i principali esperti mondiali di tale dolorosa pagina del Ventesimo secolo a ispezionare gli archivi della Sublime porta, al fine di favorire l’“emersione della verità” sul passato degli Armeni e sul trattamento riservato dal governo dei Giovani Turchi alle minoranze etniche.

Erdogan ha giustificato tale apertura affermando: “Noi non abbiamo nulla da nascondere. Chi, per partito preso, ci accusa di avere le mani sporche di sangue, venga a fare delle ricerche nei nostri archivi nazionali, così da maturare giudizi meno faziosi sulla storia della Turchia.” Il Capo dello Stato, dopo avere annunciato la svolta in questione, ha attaccato con parole di fuoco i governi occidentali, tacciandoli di “ipocrisia”.

Il leader dell’Akp ha infatti denunciato come “assurdo” che la Turchia venga accusata di gravi crimini da nazioni come Francia, Germania, Regno Unito e Usa, colpevoli delle “peggiori atrocità della storia umana: colonialismo, nazismo, imperialismo”. Egli ha poi tuonato:“Sulle spalle di quegli stessi Paesi che oggi ci fanno la morale gravano milioni e milioni di vittime innocenti.

È quindi assolutamente ridicolo che quegli stessi Stati, che occupano il primo posto nella classifica dei peggiori criminali mai esistiti, accusino la Turchia di avere commesso in passato gravi reati.”

Commenti