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Scoperta fattoria dell'incesto: "Fratelli costretti a fare sesso tra loro"

L'ideatore della "fattoria" è stato un musicista itinerante noto con lo pseudonimo di Tim Colt, morto nel 2009. Aperti 80 fascioli d'indagine.

Scoperta fattoria dell'incesto: "Fratelli costretti a fare sesso tra loro"

In Australia si sta arricchendo di inquietanti dettagli la vicenda della "fattoria dell'incesto", scoperta nel 2012 a Yass, una remota località del Nuovo Galles del Sud grazie a un'ispezione condotta dalla polizia e dagli assistenti sociali. A spingere le autorità a effettuare quel blitz era stata la confessione fatta da una bambina a una sua compagna di classe, in cui la prima aveva affermato che la propria sorella era "incinta di uno dei fratelli". Le forze dell'ordine hanno così scoperto che nella fattoria citata, consistente in una roulotte e in un capannone che fungevano da squallido alloggio per una famiglia di 38 persone, diversi fratelli si accoppiavano tra loro mettendo al mondo altre creature. L'ideatore di tali incesti sarebbe stato il patriarca della medesima famiglia, un musicista itinerante noto con lo pseudonimo di Tim Colt, morto nel 2009.

Gli investigatori, dopo la scoperta della fattoria degli orrori, hanno quindi provato a mettere insieme i tasselli del mosaico criminale che si era creato in quel remoto angolo di Australia. Innanzitutto, Colt avrebbe avviato la catena di incesti avendo 17 figli da due sue figlie maggiorenni, da un'altra figlia minorenne e da una nipote. Oltre a violentare bambine e ragazze della propria cerchia familiare, il patriarca costringeva le stesse a fare sesso con i loro fratelli, per generare altri bambini. Nel blasfemo tempio dell'incesto, inoltre, le condizioni igieniche erano disastrose: un lurido capannone veniva utilizzato come dormitorio per generazioni di bambini, l'insediamento era senza rete elettrica e i piccoli crescevano senza sapere cosa fosse uno spazzolino da denti o la carta igienica. La maggior parte dei minori e degli adolescenti trovati lì non aveva fatto nenache un giorno di scuola, riuscendo a malapena a spiccicare qualche parola in inglese.

Dopo la scoperta di quella squallida fattoria, che il patriarca aveva smantellato e rimontato innumerevoli volte a causa delle sue tournée tra uno Stato e l'altro dell'Australia, le forze dell'ordine hanno provveduto a eseguire test del Dna sui membri del clan, scoprendo così che, in quella famiglia, c'erano ben quattro generazioni di individui nati da incesti. L'accertamento dei reati sessuali consumati lì in tutti questi anni ha finora determinato l'incriminazione di otto figli del patriarca, con l'apertura di ben 80 fascioli penali. Tuttavia, molti processi si sono conclusi con assoluzioni o con condanne lievi. Attualmente rimangono alla sbarra tre figlie e un figlio del defunto Tim Colt. I capi di imputazione a carico delle tre persone ancora sotto processo sono "stupro" e "rapporti sessuali tra consanguinei". Gli imputati sono inoltre accusati di avere mentito alla Corte sull'identità di numerosi bambini e ragazzi presenti in quella fattoria, avendo negato che questi ultimi fossero loro figli.

Molti dei minori e dei ragazzi Colt salvati dalla fattoria dell'incesto grazie all'intervento delle autorità sono ormai adulti e mostrano un netto miglioramento dell'igiene e della salute personali, ma soffrono ancora gli effetti della loro infanzia raccapricciante. Alcuni presentano evidenti anomalie del corpo, dovute al fatto di essere nati da genitori consanguinei, come orecchie malformate e occhi disallineati.

Tutti, inoltre, devono fronteggiare il pregiudizio sociale, venendo costantemente ostracizzati a scuola, sul luogo di lavoro e in qualunque centro di aggregazione.

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