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Fonti di intelligence Usa: armi chimiche ancora in mano ad Assad

La Siria nasconderebbe ancora ingenti quantità di armi chimiche. Ma anche l'Isis sembra averne fatto scorta negli anni

Il presidente siriano Assad ispeziona le truppe a Darayya, sobborgo di Damasco
Il presidente siriano Assad ispeziona le truppe a Darayya, sobborgo di Damasco

Nonostante gli sforzi della comunità internazionale di ripulire gli arsenali siriani dalle armi chimiche, il governo di Damasco sarebbe ancora in possesso di ingenti quantità di armamenti illegali. Lo scrive oggi il Wall Street Journal. La testata americana sarebbe in possesso di informazioni trapelate dalle agenzie di intelligence americane, le quali dimostrerebbero che Bashar al Assad abbia in passato nascosto almeno in parte i piani di ricerca e sviluppo di armi chimiche. Sempre secondo il WSJ il governo siriano sarebbe stato in grado di evitare parte dei controlli effettuati dagli ispettori internazionali, grazie anche alle limitazioni imposte dal governo durante i controlli stessi. L'occidente non sarebbe dunque stato in grado di impedire ad Assad di continuare a sviluppare centri di ricerca militari, nei quali sarebbero stati fabbricate ingenti quantità di munizioni al cloro, utilizzate poi dai soldati dell'esercito regolare siriano. Le fazioni ribelli da anni denunciano l'utilizzo di armi chimiche da parte dell'esercito, ma ogni accusa è sempre stata rimandata al mittente dall'esecutivo, in un rimpallo di responsabilità che continua ormai da anni.

Sempre secondo le stesse fonti di intelligence, Assad potrebbe avere nascosto anche agenti patogeni più pericolosi del cloro, ma che non sarebbero mai state ufficialmente categorizzate come tali negli accordi di smaltimento con la comunità internazionale.

Appare invece certa la notizia secondo cui il governo siriano non dia conto dell'impiego dei razzi a corto raggio che secondo l'Onu sarebbero responsabili di 1.400 morti morti tra la popolazione civile, durante un attacco lo scorso 21 agosto 2013. Il timore di Washington è che se mai il governo di Assad dovesse collassare, le armi chimiche potrebbero finire nelle mani dello Stato Islamico.

Timore che in realtà di ora in ora si sta materializzando nei fatti: un'indagine condotta sul campo da due organizzazioni indipendenti, la Conflict Armament Research e la Sahan Research, dimostrerebbe l'utilizzo di armi chimiche da parte dell'Isis contro le truppe curde.

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