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Kenya, manifestazioni e cordoglio sui social per le vittime di Garissa

Quasi 150 morti, tutti con una storia e un volto. Su twitter il ricordo perché "non sia soltanto un numero"

I parenti di una delle vittime uccise a Garissa, in Kenya
I parenti di una delle vittime uccise a Garissa, in Kenya

"147", come il numero di persone uccise dagli shabaab nel college di Garissa, in Kenya, in un attacco tanto letale quanto insensato. "Not just a number", non semplicemente un numero. Come a dire, sfruttando i social network, che del massacro messo in atto dagli estremisti bisognerebbe ricordare tutti i nomi e tutti i volti, non soltanto un'immagine che ritrae le vittime ormai fredde, senza vita e senza storia.

Una campagna lanciata su twitter negli ultimi giorni per ricordare i morti di Garissa ha già prodotto più di 50mila messaggi di cordoglio. Chi posta una foto di una delle vittime kenyane, chi ne ricorda il nome, tutti piangono 147 vittime.

Centoquarantadue gli studenti uccisi dagli islamisti nell'attacco. Poi tre uomini della sicurezza del campus e tre agenti delle forze speciali, in quello che è il peggiore attacco subito dal Kenya da quello del 1998 all'ambasciata statunitense. Così tanti morti non li aveva fatti neppure l'attacco al Westgate Mall di Nairobi.

Sotto i colpi degli shabaab somali questa volta sono caduti soprattutto i cristiani, in un Paese in cui sono la stragrande maggioranza, mentre l'islam è una minoranza che rappresenta circa il 10% dei kenyani.

In risposta all'attacco, Nairobi ha colpito due basi degli estremisti in Somalia, a pochi chilometri da un confine che viene spesso valicato per compiere attentati. "Non è facile confermare il numero delle vittime, non abbiamo forze a terra", ha spiegato il colonnello David Obonyo, portavoce della Difesa, che ha rivendicato i raid "punitivi".

In centinaia sono scesi nelle strade di Nairobi per manifestare e chiedere al governo nuove politiche per garantire una maggiore sicurezza nel Paese. Il corteo si è poi riunito per una veglia all'università della capitale.

Tra le richieste la costruzione di un memoriale e che lo Stato versi una cifra come compensazione alle famiglie delle vittime.

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