Gaza, utilizzati aquiloni incendiari e droni lancia lacrimogeni

Quadricotteri a basso costo schierati lungo il confine tra Gaza e Israele per tentare di intercettare i dispositivi incendiari. La capacità di adattamento dei palestinesi

Gaza, utilizzati aquiloni incendiari e droni lancia lacrimogeni

Le Forze di Difesa Israeliane utilizzano i droni commerciali per tentare di intercettare gli aquiloni incendiari provenienti dalla Striscia di Gaza. Quello che Israele definisce come Terrorismo degli Aquiloni (kite Terrorism) è coinciso con l’inizio delle manifestazioni per la Marcia del Ritorno: un incendio nella foresta di Be'eri è stato particolarmente devastante. Dispositivi simili sono stati inviati attraverso il confine sporadicamente nel corso degli anni, ma sono diventati una minaccia molto più persistente ed organizzata nelle ultime settimane. Gli aquiloni incendiari sono incredibilmente facili da realizzare (plastica, legno ed un barattolo contenente il liquido infiammabile) e quasi impossibili da abbattere. In condizioni atmosferiche favorevoli garantiscono un efficace ed indiscriminato livello di distruzione. Ed anche se venissero colpiti, il materiale infiammabile si disperderebbe comunque sul terreno (ecco perchè sono anche chiamati Molotov kites). Per fronteggiare questo nuovo contesto asimmetrico le Forze di Difesa Israeliane hanno inizialmente adottato la medesima tattica utilizzata per identificare, geo-localizzare e distruggere i siti missilistici. Tuttavia considerando la peculiare minaccia, i raid aerei punitivi israeliani potrebbero rivelarsi del tutto inefficaci. Da venerdì scorso le Forze di Difesa Israeliane hanno dato il via ad un nuovo programma aperto anche ai civili per fronteggiare la nuova minaccia. Quadricotteri a basso costo gestiti da personale militare e civile sono stati schierati lungo il confine tra Gaza e Israele per tentare di intercettare i dispositivi incendiari. Su Youtube sono disponibili i primi video delle intercettazioni avvenute nel week end appena trascorso. Tuttavia la minaccia potrebbe essersi già evoluta. Sabato scorso vicino al kibbutz di Nahal Oz, a poche centinaia di metri dal confine israeliano con Gaza, è stato rinvenuto il primo aquilone armato (kite bomb) con un ordigno esplosivo improvvisato. La particolare natura asimmetrica altera il concetto standard di difesa. L’implementazione degli esplosivi sui dispositivi a basso costo, in alcuni casi rappresenta soltanto un dettaglio, poiché l’Improvised Air Threat non deve essere necessariamente concepita soltanto come armata.

I quadricotteri lancia lacrimogeni di Israele

Nelle ultime 24 ore lungo il reticolato di Gaza, Israele ha fatto largo uso di quadricotteri equipaggiati con lacrimogeni per disperdere i manifestanti palestinesi. L'azione lungo il confine tra Gaza e Israele è stata particolarmente intensa e mortale (59 palestinesi uccisi) anche a seguito dell’apertura ufficiale della nuova ambasciata degli Stati Uniti, spostata da Tel Aviv a Gerusalemme. Sono circa 40mila le persone che ieri sono scese in strada a manifestare, almeno 1.200 quelle che sono rimaste ferite dal fuoco israeliano. L'IDF ha utilizzato per la prima volta i quadricotteri lancia lacrimogeni all’inizio dello scorso marzo. In quel frangente i droni sono stati utilizzati come piattaforme per la dispersione del gas lacrimogeno. E’ una procedura certamente meno invasiva, pericolosa ed efficace rispetto alla nuova tattica che prevede il rilascio dei dispenser sul terreno utilizzata nelle ultime 24 ore.

Gaza: Il fine tattico dei droni commerciali

Analizzando l’esclusivo fine tattico, i droni commerciali consentono alle Forze di Difesa Israeliane di disperdere grandi folle che si radunano ben oltre la linea di demarcazione e fuori dalla portata del personale militare. Da rilevare che tale tecnologia continua a proliferare e diventerà sempre più accessibile per chiunque. La tecnologia dei droni non è da tempo esclusiva pertinenza dei militari. Con poche centinaia di euro chiunque può acquistare un drone stabilizzato dotato di telecamera HD, GPS e capacità di carico (l’Isis utilizza i quadricotteri). La pronta disponibilità di questo tipo di tecnologia offusca la linea tra elettronica militare e commerciale. Senza considerare, infine, che un drone commerciale non deve essere necessariamente dotato di una testata esplosiva per creare un potenziale disastro. Storia insegna che le armi utilizzate sul campo di battaglia, approdano sempre nel contesto civile. In quest’ultimo caso, è proprio la componente psicologica ad alimentare la natura stratificata del terrore. Ad oggi, i droni civili sono stati utilizzati per la ricognizione, la sorveglianza e per sferrare attacchi informatici (già testato Snoopy), cinetici (in atto) e chimici. I droni armati di agenti chimici o biologici come il Sarin rappresentano una possibilità. Sarebbe opportuno rilevare che la letalità di un drone sarà sempre e comunque proporzionale alla sua limitazione operativa. Parliamo, quindi, più di effetti psicologici (alla base del terrorismo) che fisici, ma che richiedono contromisure specifiche. Alcune, come ad esempio il Geo-fencing (confine virtuale sulle aree geografiche), lo Spoofing (false coordinate GPS) e l’attacco elettronico (come ICARUS della Lockheed Martin), hanno dimostrato una certa efficacia nel disabilitare i droni ostili. Le aquile corazzate in servizio in Francia, Inghilterra e Olanda, hanno dimostrato la loro efficacia sul campo. Le flying squad hanno già protetto il Festival di Cannes ed alcuni eventi in Inghilterra. Anche le semplici armi da fuoco sono ritenute l’ultima difesa contro i droni (munizionamento a frammentazione), mentre la contromisura missilistica potrebbe essere efficace in un contesto operativo (economicamente insostenibile, strategia di logoramento Enormous overkill), ma del tutto impraticabile in un ambiente domestico. Sono già in atto dei programmi paralleli come l’Aerial Combat Swarms, che prevede l’impiego di sciami per autodifesa contro altri droni nemici. Ci vorranno anni, infine, per ottimizzare le griglie laser come Athena. La particolare natura asimmetrica, altera il concetto standard di difesa. La minaccia attuale è ben più complessa rispetto a quelle percepite nel 2010, a causa delle tecniche di occultamento creative associate ai nuovi dispositivi esplosivi improvvisati e non.

Enormous overkill

Il vantaggio tecnologico e le maggiori risorse non sempre garantiscono la supremazia

Israele è l’unico paese protetto interamente da un sistema di difesa ABM, Anti-ballistic Missile System, in grado di discriminare una minaccia. E’ certamente uno dei più costosi al mondo. Gli intercettori della rete di difesa di Israele, lanciati sempre in coppia per evitare malfunzionamenti, hanno dimostrato la loro efficacia, ma tali caratteristiche hanno un prezzo esorbitante, se paragonato alle minacce come i razzi Qassam. Il divario economico si fa ancora più evidente qualora un intercettore del costo di milioni di dollari, venisse lanciato contro un drone. Episodio già avvenuto e confermato dal Pentagono. Quella che inizia ad essere definita Enormous overkill, è una strategia di logoramento che prevede l'adattamento della tecnologia civile a buon mercato e facilmente reperibile da scagliare contro i costosi sistemi di fascia alta progettati per la guerra convenzionale tra stati. Se venisse applicata su larga scala, la strategia Enormous overkill potrebbe portare un paese sull’orlo del dissesto finanziario. Non sarebbe economicante sostenibile utilizzare l'ABM contro i droni commerciali o gli aquiloni (ammesso che l'intercettazione possa davvero essere praticabile).

In questo particolare contesto Israele ha riconvertito i quadricotteri commerciali per intercettare gli aquiloni incendiari.

I palestinesi hanno dimostrato ancora una volta una incredibile capacità di adattamento. Con materiali (plastica e legno) praticamente impossibili da vietare con un imbargo, i palestinesi hanno creato un vero e proprio problema tattico per Israele. L'alterazione del paradigma in kite bomb è già avvenuta.

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