Il volume delle case invendute in Cina supera l’estensione dell’intera città di Madrid: 657 chilometri quadrati di immobili vuoti. Nonostante qualche timido segnale di ripresa nel calcolo mese su mese rispetto al 2014, il mercato immobiliare cinese continua a non mettersi in moto, con un aumento dell’invenduto, negli ultimi quattro anni, del 190%. Ora il governo di Pechino, già alle prese con un crollo delle Borse che spaventa, ha deciso di giocare una carta rischiosa: acquistare migliaia di immobili fantasma per creare quartieri popolari e salvare il comparto. Si parte con sei amministrazioni locali, che si sono lanciate nell’acquisto di immobili per trasformarle in case statali, da assegnare a fasce disagiate.
La Regione autonoma che sta promuovendo più delle altre l’acquisto di palazzi da trasformare in case popolari è la Mongolia Interna: l’amministrazione del distretto di Dongsheng ha acquistato 3600abitazioni nei mesi di aprile e maggio a Ordos, la città “fantasma” più grande della Cina, progettata per un milione di persone ma abitata solo per il 2%.
Le sei amministrazioni stanno procedendo agli acquisti di massa con sconti che oscillano tra il 10% e il 52% rispetto al prezzo fissato, con prezzi che si attestano tra gli equivalenti 407 e i 531 euro al metro quadro.
Dall’inizio dell’anno il volume della vendita di immobili nel colosso asiatico continua a flettersi: i prezzi delle case sono scesi significativamente anche nel rilevamento di maggio in quasi tutte le maggiori città, per il nel nono mese consecutivo. La causa è proprio l’eccesso di offerta, la cementificazione delle città che stanno diventando centri fantasma.
In 69 delle 70 città monitorate dall'Ufficio nazionale di statistica cinese, a maggio i prezzi delle case si sono abbassati del 6,0% contro il -6,3% di aprile ( il 6,1% in marzo). L’unica eccezione è Shenzhen, con un incremento del 7,5% annuo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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