Il governo turco non rispetterà le sanzioni Usa contro l'Iran

Il Governo turco ha annunciato di non volersi conformare alle sanzioni varate da Trump ai danni dell’Iran. Secondo le autorità di Ankara, i provvedimenti adottati dal Presidente Usa sarebbero “inappropriati”

Il governo turco non rispetterà le sanzioni Usa contro l'Iran

Il Governo turco ha chiarito che non intende conformarsi alla “linea dura” adottata da Trump nei confronti dell’Iran. Le autorità di Ankara hanno infatti annunciato di volere salvaguardare le relazioni commerciali con la Repubblica islamica, definendo “inappropriate” le sanzioni varate dagli Usa ai danni del Paese degli ayatollah. Washington ha reagito esortando la Turchia a restare fedele ai dettami dell’Alleanza atlantica e a non sostenere l’“ambigua leadership” iraniana.

Il Ministro degli Esteri anatolico, Mevlut Cavusoglu, in visita ufficiale nella Repubblica di Cipro del Nord, ha dichiarato che il Governo turco non rispetterà le misure sanzionatorie decise dagli Usa nei confronti del Paese degli ayatollah. Ankara intende preservare i rapporti economici con Teheran, in nome della stabilità del Medio Oriente. “Pochi giorni fa,” ha affermato Cavusoglu, “ho avuto un incontro con ufficiali americani, ai quali ho ribadito la linea del Presidente Erdogan circa i rapporti tra Turchia e Iran. Noi consideriamo inappropriate le sanzioni inflitte dagli Stati Uniti al popolo iraniano. Queste non faranno altro che esacerbare le tensioni esistenti in Medio Oriente. Le sanzioni non hanno alcun senso e la Turchia non le rispetterà.” Il Ministro ha quindi esortato gli Usa ad adottare un atteggiamento conciliante verso la Repubblica islamica, in nome dei valori della pace e del rispetto tra le nazioni: “Il Presidente Erdogan ha sempre evidenziato l’insensatezza delle sanzioni. I provvedimenti varati dagli Stati Uniti ai danni dell’Iran pregiudicheranno la crescita economica di tanti altri Paesi, anche quella della Turchia. Non possiamo tollerare che la contrapposizione tra Washington e Teheran prosegua. Il Governo turco raccomanda nuovamente al Presidente americano di revocare le sanzioni e di ristabilire un clima di pace e collaborazione tra Oriente e Occidente.” Cavusoglu ha dato grande risalto ai motivi economici alla base della scelta di Ankara di non adottare la “linea dura” nei confronti del Paese degli ayatollah: “Il petrolio e il gas che importiamo dall’Iran sono fondamentali per le nostre industrie. Anche le famiglie turche hanno bisogno delle risorse energetiche iraniane per soddisfare le proprie necessità. Mantenere buoni rapporti con Teheran, inoltre, significa tutelare gli interessi dei nostri imprenditori. Il mercato iraniano, infatti, è pieno di opportunità di profitto per le aziende turche.”

Washington ha immediatamente reagito alle dichiarazioni del Ministro ribadendo la volontà di applicare con rigore le sanzioni introdotte nel maggio scorso. Il Segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, ha esortato il Governo turco a restare fedele ai dettami dell’Alleanza atlantica: “Cavusoglu rappresenta un Paese membro della Nato. L’organizzazione è incentrata sulla necessità che i membri mantengano una condotta uniforme durante le crisi internazionali. La minaccia all’ordine mondiale rappresentata dall’Iran deve essere affrontata dagli Stati aderenti all’alleanza mediante risposte univoche. La leadership di Teheran è ambigua e subdola e mira a intaccare la solidità della Nato. La Turchia non deve cadere nella trappola predisposta dall’Iran. L’Alleanza atlantica non deve conoscere dissidi interni in questo momento storico, segnato dalla minaccia del terrorismo e della guerra nucleare.” Marshall Billingslea, sottosegretario Usa al Tesoro incaricato del contrasto ai finanziamenti del terrorismo, inoltre, ha minacciato “gravi conseguenze” per i Paesi che non intendono conformarsi ai provvedimenti adottati da Trump: “Il Governo degli Stati Uniti applicherà le sanzioni con estrema severità. Non sarà accordata alcuna esenzione.

I Paesi che continueranno a intrattenere relazioni commerciali con la Repubblica islamica subiranno gravi conseguenze sul piano economico. Siamo infatti pronti a infliggere ammende a tutte le imprese, di qualsiasi nazionalità, che faranno affari in Iran aggirando le sanzioni disposte dal Presidente Trump.”

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