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Grosso guaio per Hillary: l'Fbi riapre le indagini sullo scandalo delle email

L'Fbi ha deciso di riaprire le indagini sul caso delle e-mail e dei server privati utilizzati da Hillary Clinton quando era segretaria di Stato. Trump esulta: "Scandalo più grave del Watergate"

Grosso guaio per Hillary: l'Fbi riapre le indagini sullo scandalo delle email

Quando mancano dieci giorni al voto sulla campagna elettorale per la Casa Bianca irrompe un macigno che potrebbe avere effetti pesanti. L'Fbi ha deciso di riaprire le indagini sul caso delle e-mail e dei server privati utilizzati da Hillary Clinton quando era segretaria di Stato. Clinton invoca immediati chiarimenti: "Sono fiduciosa", ha detto parlando in Iowa. "Il popolo americano merita di conoscere pienamente tutti i fatti" e "sono certa che le nuove email non cambieranno le conclusioni a cui è già arrivata l'Fbi a luglio" (guarda il video).

Donald Trump invece esulta, auspicando che "finalmente venga fatta giustizia" e ammettendo che il sistema americano (più volte da lui denunciato) "forse non è poi così corrotto". "Il più grande scandalo politico dal Watergate", dice il candidato repubblicano, che paragona questo scandalo a quello che costrinse alle dimissioni Richard Nixon nel 1974. "La speranza di tutti è che alla fine possa essere fatta giustizia - ha sottolineatoil tycoon, parlando ad un evento elettorale in Iowa - L'Fbi non avrebbe mai riaperto questo caso se non ci fosse un reato enorme" (guarda il video).

La nuova inchiesta

"L’Fbi è venuta a conoscenza" di nuove email "potenzialmente rilevanti" gestendo "un caso non collegato", ha spiegato il direttore bureau, James Comey, annunciando in una lettera al Congresso di ritenere "opportune azioni investigative per analizzare queste email, determinare se contengano informazioni classificate e valutare la loro rilevanza per la nostra inchiesta" sull’emailgate. "Al momento il bureau non sa dire se questo materiale sia significativo e non è in grado di prevedere quanto tempo sarà necessario per completare questo ulteriore lavoro", ha tenuto a precisare Comey. L’effetto è stato comunque pesantissimo, al punto che persino Wall Street ha azzerato i guadagni.

Citando fonti investigative il New York Times scrive che le nuove email sono state scoperte sui dispositivi elettronici che l’Fbi ha sequestrato alla principale collaboratrice della Clinton, Huma Abedin, e a suo marito, l’ex membro del Congresso, Anthony Weiner, coinvolto in alcuni scandali a sfondo sessuale. Il più recente, quello che ha acceso i fari dell’Fbi su Weiner, riguarda lo scambio di messaggi dal contenuto esplicitamente sessuale con una 15enne. La Abedin, lo scorso agosto, aveva annunciato l’intenzione di separarsi dal marito. Secondo la Cnn, le nuove email scoperte dall’Fbi, che potrebbero contenere informazioni top secret, non sarebbero state inviate dalla Clinton bensì dalla Abedin.

La Casa Bianca tiene a precisare di non essere stata "preventivamente informata" della nuova indagine avviata dall’Fbi. Lo ha riferito un portavoce dell’amministrazione americana, precisando che l’inchiesta "non pregiudica" il sostegno del presidente Barack Obama per Hillary Clinton. Il Dipartimento di Stato Usa ha fatto sapere di essere pronto a "collaborare pienamente" con gli investigatori federali.

Lo scandalo delle email

Nel 2015 i media rivelarono che, durante i suoi quattro anni nel Dipartimento di Stato, Hillary Clinton usò un account di posta personale per le sue comunicazioni con un server privato. L'ex First lady ha poi ammesso che "sarebbe stato più intelligente usare un account ufficiale" nel corso delle oltre tre ore di interrogatorio nel quartier generale dell'Fbi nel luglio scorso quando aveva consegnato circa 55mila pagine di email legato al suo impiego come segretaria di Stato perché fossero pubblicate. Ma il caso aveva sollevato dubbi sul fatto che informazioni segrete del governo furono usato indebitamente su un account personale. Il Dipartimento di Stato aveva identifica altre 2.100 email con informazioni confidenziali, assicurando comunque che molte di loro non erano considerate 'classified', segrete, al momento dell'invio.

A luglio l'Fbi aveva poi di fatto archiviato il caso e, pur criticando la grave negligenza dell'allora segretaria di Stato per l'uso di un server privato, aveva escluso responsabilità penali.

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