Guerra in Ucraina

Si valuta il modello Austria per Kiev: ecco cos'è la "neutralità perpetua"

Per fare ciò, comunque, Volodymyr Zelenksy e il suo popolo dovrebbero modificare la Carta costituzionale che, a partire dal 2019, prevede il possibile ingresso nella Nato

Si valuta il modello Austria per Kiev: ecco cos'è la "neutralità perpetua"

Le retroguardie diplomatiche sono al lavoro da settimane: l’obiettivo è trovare una soluzione equilibrata, che stia bene a tutti, per fermare la guerra in Ucraina. Non è semplice far quadrare i conti e il lavoro del “tavolo della pace” diventa sempre più complicato con l’intensificarsi del conflitto e l’acuirsi dei bombardamenti a Kiev. I diplomatici, però, non demordono e, dietro le quinte, studiano le strategie per convincere il presidente della Russia, Vladimir Putin, a fermare il bagno di sangue. A quanto pare, come riporta il Corriere della Sera, avanzerebbe prepotentemente l’ipotesi del modello Austria, ovvero quello della “neutralità perpetua” dell’Ucraina in cambio del cessate il fuoco.

Per fare ciò, comunque, Volodymyr Zelenksy e il suo popolo dovrebbero modificare la Carta costituzionale che, a partire dal 2019, prevede il possibile ingresso nella Nato. È proprio questo il punto nodale che ha scatenato l’ira di Putin e non è detto che l’Ucraina abbia intenzione di fare marcia indietro bloccando un processo già in stato avanzato. Non bisogna dimenticare che l’abbraccio con gli Stati Uniti è già avvenuto nel 2014, quando c’è stata la destituzione del presidente Viktor Yanukovich, molto vicino alle posizioni della Russia. La cosiddetta rivolta di Maidan ha indirizzato l’Ucraina verso l’organizzazione internazionale a carattere regionale fondata dal Trattato del Nord Atlantico.

Una soluzione più morbida potrebbe essere quella perorata dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, il quale, più che all’Austria, guarda alla Finlandia. In questo caso non ci sarebbero i pesanti vincoli costituzionali, dato che il modello finlandese si basa sul semplice intendimento non entrare a far parte della Nato, una scelta che può essere modificata nel tempo senza grossi scossoni. La Finlandia assunse questa decisione nel periodo della Guerra fredda, ma negli ultimi tempi, soprattutto dopo l’avvio del conflitto in Ucraina da parte di Putin, il premier finlandese Sanna Marin sta seriamente riflettendo sulla possibilità di aderire alla Nato.

Qualunque sia il modello da adottare, è chiaro a tutti che i tempi per decidere sono stretti. Domani si incontreranno in Turchia i ministri degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e ucraino, Dmytro Kuleba, e quello della “neutralità perpetua” potrebbe essere il tema di partenza della discussione.

La strada, in ogni caso, sembra essere in salita, poiché l’Ucraina partirebbe da una posizione di maggiore debolezza rispetto alla Russia e, dopo l’escalation veloce del conflitto, non è scontato che Zelenksy sia propenso ad accettare senza ottenere almeno la piena sovranità del suo Paese che dovrebbe essere garantita a livello internazionale e con vincoli sottoscritti anche dalla Russia.

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