Haftar annuncia ritiro da Tripoli, Al Sarraj: "Annienteremo il nemico"

Gli uomini del generale hanno dichiarato di essere pronti a ritirarsi da Tripoli dopo che nelle ultime ore stavano perdendo terreno attorno la capitale: "Sia però rispettato il cessate il fuoco". Intanto Al Sarraj attacca Haftar: "Annienteremo il nemico"

Haftar annuncia ritiro da Tripoli, Al Sarraj: "Annienteremo il nemico"

La riconquista definitiva dell’ex aeroporto internazionale di Tripoli, avvenuta tra mercoledì e giovedì, aveva ben fatto intuire come la battaglia attorno alla capitale libica fosse arrivata ad una vera e propria svolta. Le milizie vicine al premier Fayez Al Sarraj infatti, hanno potuto riprendere possesso di una struttura chiusa dal 2014, ma strategica sotto un profilo militare.

Il ritiro delle forze del Libyan National Army del generale Haftar dallo scalo tripolino, distrutto dagli scontri del 2014, ha segnato un colpo molto duro per le ambizioni dell’uomo forte della Cirenaica. E le notizie delle ultime ore hanno confermato come adesso a Tripoli il vento soffi oramai decisamente a favore delle forze filo governative. Infatti, tramite una nota stampa lo stesso Libyan National Army ha annunciato la volontà di ritirarsi dai fronti a sud della capitale libica.

Un modo per evitare ulteriori perdite ed altre sconfitte, generate soprattutto da quando la Turchia è scesa in campo a favore del governo di Al Sarraj, fornendo a Tripoli armi, soldi ma anche miliziani mercenari islamisti prelevati dalla provincia siriana di Idlib. Il ritiro, come hanno fatto sapere da Bengasi, dovrebbe essere condizionato al rispetto del cessate il fuoco: “Stiamo posizionando le nostre unità fuori dall'area della capitale Tripoli – si legge in una nota diramata dall’Lna – a condizione che le forze affiliate al Governo di accordo nazionale (Gna) aderiscano al cessate il fuoco, nell'ottica della ripresa dei colloqui del comitato militare 5+5”.

L’ultimo riferimento che si legge nel comunicato riguarda il comitato instauratosi tra gennaio e febbraio, all’indomani del vertice di Berlino. Si tratta dell’unico vero canale politico esistente tra le forze governative e quelle dell’esercito guidato da Haftar, interrottosi però a causa del persistere degli scontri.

Il forte sospetto è che dietro la mossa di Haftar, che in questo giovedì si trova ad Il Cairo, ci sia anche la consapevolezza dei suoi principali sostenitori internazionali dell’impossibilità di proseguire con lo stallo militare. L’idea di ridare vita al comitato 5+5 potrebbe sottintendere l’esistenza di un dialogo diplomatico volto alla suddivisione della Libia in diverse aree di influenza. Il ritiro di Haftar dal Tripoli, in particolare, sembra far emergere un ruolo sempre più importante della Turchia nella regione occidentale del Paese, visto che è grazie solo all’aiuto di Ankara che le forze filo Al Sarraj hanno potuto rompere gli assedi imposti dall’Lna. In Cirenaica invece, potrebbe posizionarsi la Russia, che sostiene Haftar il quale nei giorni scorsi ha ricevuto da Mosca ben sei aerei militari a supporto della propria aviazione.

Russia e Turchia potrebbero aver compreso l’importanza di raffreddare il conflitto, dando ai principali protagonisti da loro supportati il controllo delle rispettive aree di influenza. Tuttavia non mancano altre incognite, a partire dalla posizione degli Stati Uniti e da quella di altri sponsor di Haftar, quali tra tutti l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti.

Intanto Al Sarraj proprio in questo giovedì ha incontrato ad Ankara il presidente turco Erdogan. Al fianco del suo principale sostenitore, il premier libico non ha usato toni concilianti: “Non so se ad Haftar darò la possibilità di negoziare ancora”, ha dichiarato Al Sarraj durante la conferenza stampa.

Il capo dell’esecutivo stanziato a Tripoli ha anzi promesso altre avanzate: “La capitale è stata ormai liberata – ha continuato Al Sarraj – Nelle prossime ore

prenderemo Tahrouna”. Quest’ultima è la roccaforte di Haftar in Tripolitania, oramai assediata dalle milizie filo governative e dai mercenari islamisti filo turchi: "Annienteremo il nemico", ha poi concluso il premier libico.

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